Ruby, motivazioni: “Berlusconi pagava il sesso, sapeva che era minorenne”

"Berlusconi fece sesso con Ruby in cambio di denaro": motivazioni sentenza
“Berlusconi fece sesso con Ruby in cambio di denaro”: motivazioni sentenza (Foto LaPresse)

MILANO – Ruby, motivazioni: “Berlusconi pagava il sesso, sapeva che era minorenne”. Descritto dai giudici come il “regista del bunga bunga”, Silvio Berlusconi fece sesso con Ruby in cambio di denaro e lei era minorenne all’epoca dei fatti”. Queste le motivazioni della sentenza di condanna per Silvio Berlusconi nel processo Ruby che sono trapelate su RepubblicaMa leggere il resto delle motivazioni, depositate dai giudici la mattina del 21 novembre non sarà facile per i giornalisti, a cui il giudice Giulia Turri ha negato l’autorizzazione ad estrarne una copia.

I sette anni comminati dal Tribunale di Milano per i reati di concussione e prostituzione minorile si spiegano, secondo i giudici, con le prove che documentano i passaggi di denaro in cambio di sesso. Ruby era inserita nel “collaudato circuito prostitutivo di Arcore”. Berlusconi corrompeva i testimoni: ha una “capacità a delinquere (…) consistita nell’attività sistematica di inquinamento probatorio a partire dal 6 ottobre 2010 attuata anche corrispondendo” a Ruby “e ad alcune testimoni ingenti somme di denaro”, scrivono i giudici.

Quanto alla concussione, il Tribunale ha ritenuto sproporzionato il rapporto “tra l’intensità e la costrizione, proveniente dalla seconda carica istituzionale dello Stato, rispetto allo scopo avuto di mira, nel caso di specie il rilascio di una prostituta di 17 anni”.

Giulia Turri, presidente del collegio della quarta sezione penale di Milano, non ha autorizzato i cronisti che lavorano nel Palazzo di Giustizia di Milano ad estrarre copia delle motivazioni.

Nei giorni scorsi alcuni cronisti, in rappresentanza dei giornalisti giudiziari del Palazzo di Giustizia, avevano chiesto con una formale istanza di poter estrarre copia delle motivazioni ”trattandosi di un caso di interesse pubblico e stringente attualità e perché la libera stampa possa riportare completamente le notizie sulle determinazioni di questo collegio con celerità e puntualità”.

Il giudice Turri ha respinto l’istanza spiegando che i cronisti non sono ”soggetti legittimati” ad avere copia della sentenza.

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