Sesso in cambio di voti: insegnante in manette

Prima confidenze via sms, poi ripetizioni in casa, alla fine rapporti sessuali. Un crescendo di intimità tra una studentessa in difficoltà e il suo insegnante che in cambio di sesso le alzava i voti. Chissà se pensava alle conseguenze del suo comportamento il 55 enne docente di un istituto superiore di Bisceglie quando in uno sms all’allieva 16 enne aveva scritto «Ti amo davvero e niente mi fa paura».

L’uomo è da ieri agli arresti domiciliari per disposizione del giudice di Trani delle indagini preliminari Francesco Zecchillo: la procura, che aveva chiesto l’arresto, avrebbe voluto la detenzione in carcere, individuando nel comportamento del docente «atti sessuali commessi mediante l’abuso di autorità», perché avrebbe «fatto valere la sua posizione di potere prospettando alla vittima la possibilità di ottenere voti migliori, un migliore rendimento scolastico per piegarne la volontà ai suoi desideri sessuali».

Ma il gip non pare abbia condiviso questa impostazione, dal momento che la ragazza ha definito “consenziente” il rapporto, benché abbia anche denunciato: «Il professore dai discorsi che mi faceva mi lasciava intendere che con il suo aiuto anche nelle altre materie non avrei avuto problemi e di conseguenza sarei stata promossa senza troppa fatica».

Sarebbe sostanzialmente uno l’episodio di violenza che si contesta al docente cinquantacinquenne e che ha portato al suo arresto. A quanto è stato ricostruito, infatti nella maggior degli incontri a casa dell’uomo, la ragazza aveva parlato dei suoi problemi, mentre il docente la abbracciava e l’accarezzava. Fino a una sera quando l’uomo aveva indotto la ragazza a un rapporto sessuale e, dopo averlo interrotto su richiesta della sedicenne, le aveva poi stretto con forza un polso per farsi toccare i genitali.

La giovane ha denunciato la vicenda il 13 aprile scorso ai Carabinieri dopo che la famiglia era venuta a conoscenza delle frequentazioni col professore. Tutto – secondo la ricostruzione fatta dal pm inquirente, Carla Spagnuolo – era cominciato a febbraio quando la ragazza aveva spesso ricevuto telefonate anonime sul suo cellulare. Preoccupata, aveva chiesto «aiuto e conforto a due professori di scuola», uno dei quali, il 55 enne, aveva messo a disposizione della fanciulla il proprio numero di telefonino per fornirle aiuto in caso di bisogno. Di lì era cominciato così uno scambio di «numerosi sms sempre più intimi e personali», come si legge negli atti dell’indagine.

A fine marzo, per un’insufficienza riportata dalla ragazza, il docente invitò la sedicenne a casa sua «con la scusa di aiutarla e farle delle ripetizione». Sono seguiti a quello altri cinque, sei incontri. Assistito dagli avvocati Maurizio Masellis e Michele Iacono, il docente il 10 maggio prossimo sarà interrogato dal gip.

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