Caso Marrazzo, il trans Natali in aula: “Quei carabinieri volevano incastrarlo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Febbraio 2014 - 21:20| Aggiornato il 9 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Caso Marrazzo, il trans Natali in aula: "Quei carabinieri volevano incastrarlo"

Piero Marrazzo (Foto Lapresse)

ROMA – “Avevo avvertito Piero in più di una occasione: guarda, che c’è gente che ti vuole incastrare”. Piero è Piero Marrazzo, l’ex presidente della Regione Lazio, travolto dallo scandalo trans nell’ottobre del 2009. A parlare è Natali, il transessuale  in compagnia del quale Marrazzo è stato trovato da alcuni carabinieri la mattina del 3 luglio di cinque anni fa. E secondo le sue parole il politico e giornalista sarebbe quindi stato a conoscenza del fatto che c’era chi lo voleva ricattare per le sue frequentazioni.

Natali ha raccontato ai giudici del tribunale di Roma che

“lui è una persona brava e non merita quello che gli hanno fatto. Ho sempre cercato di proteggerlo. Già prima di quel tre luglio del 2009 avevo detto a Marrazzo ‘stai attento che i carabinieri ti vogliono incastrare”.

Il trans è stato sentito nell’ambito del processo che vede imputati  quattro carabinieri “infedeli” (Nicola Testini, Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrino) per il presunto tentativo di ricatto all’ex governatore.    

Nel corso della sua testimonianza, durata quasi 3 ore, Natali ha ricostruito quanto avvenne nel luglio del 2009 in via Gradoli quando due carabinieri (Tagliente e Simeone) fecero irruzione nel monolocale della trans e ricattarono Marrazzo riprendendo la scena con un telefonino.  

“Circa venti giorni dopo il blitz a casa mia incontrai Tagliente. Mi chiese il numero di cellulare di Marrazzo. Mi prese il cellulare dalla borsa, ma lì non c’era: il recapito lo tenevo solo in una rubrica. Da Marrazzo voleva soldi”.

Natali ha poi ricordato di conoscere l’ex governatore del Lazio “dal 2002. Lui veniva da me per parlare, conversare, non per sesso. Quel giorno era venuto per parlare, non c’era nulla di male a parlare seduti sul letto”.  

Il transessuale, incalzata dagli avvocati difensori, ha spiegato che quel giorno l’ex presidente della regione chiese di procurargli della droga. “Occasionalmente capitava e quel giorno di luglio chiese di procurargliela ma non ci riuscii”.

Nel corso dell’interrogatorio Natali si è spesso contraddetta nel ricostruite le varie fasi della vicenda.

“Bussarono alla porta affermando che nella casa si stava tenendo un festino a base di droga. Marrazzo mi disse di aprire tanto non avevamo droga. I carabinieri dissero a Marrazzo di non tirare su i pantaloni, perché ‘comandavano loro’. Uno dei carabinieri chiese “duecentomila euro in contanti e il suo numero cellulare. Lui gli disse che non aveva quella cifra e gli diede il numero dell’ufficio in Regione. Non gli diede alcun assegno”.

Alla luce dell’atto istruttorio i difensori dei carabinieri chiederanno un confronto in aula tra l’ex governatore e il transessuale Natali.  

Nel corso dell’interrogatorio, inoltre, è emerso che Natali nel 2000 si sposò con una donna a Velletri. Per questa vicenda ottenne un permesso di soggiorno poi revocato per falsi presupposti alla base dell’unione. Ne scaturì un procedimento davanti al tribunale di Velletri per truffa allo Stato.

Nell’agosto del 2007 la transessuale fu condannata ad un anno per ingresso e permanenza illegale in Italia. Condanna divenuta definitiva nel marzo dell’anno successivo. Il trans ha ottenuto, infine, un permesso di soggiorno per motivi di giustizia proprio in relazione all’inchiesta sul presunto tentativo di estorsione ai danni di Marrazzo.