Don Gino capisce i pedofili. Sospeso. Non capisce perché

Il sacerdote dopo la sospensione spiega di non capire cosa ha detto di tanto grave. E precisa la sua posizione ribadendo però il punto cruciale: “E’ vero che ci sono bambini che domandano affetto”
Don Gino capisce i pedofili. Sospeso. Non capisce perché
Don Gino capisce i pedofili. Sospeso. Non capisce perché

TRENTO – Don Gino Flaim dice che “non capisce”. E dice che “pazienza, anche Gesù Cristo è stato messo in croce”. Perché evidentemente lui, 75 anni, sacerdote che in un’intervista ha candidamente spiegato che lui certi pedofili “li capisce” perché spesso sono i bambini a domandare affetto, si sente un po’ ingiustamente perseguitato come nostro signore.

Il giorno dopo l’inevitabile putiferio seguito alla sua intervista e alla sospensione da tutti gli incarichi decisi dalla Curia, Don Gino sceglie di parlare a Repubblica. Esce fuori il quadro di un anziano sacerdote che non si rende conto (grottesca ingenuità a o abile simulazione non è dato saperlo) della gravità di ciò che ha detto. Lo dice e lo ripete lui stesso ai cronisti di Repubblica e a tutti quelli che cercano di contattarlo via telefono: “Ma che ho detto di tanto grave?”.

Don Gino si è ritrovato sospeso. Ma neppure il giorno dopo ritratta. Si limita a precisare. Ma è una spiegazione che di certo non fuga tutti i dubbi:

 “È vero, ci sono certi bambini che cercano affetto e se non lo trovano in famiglia lo trovano altrove: l’ho detto e lo ribadisco. È qui che cascano gli educatori. C’entra con tutti, non solo con i preti. Se gli educatori non sono come si deve sono i primi pedofili. Con alcuni bambini gli educatori sono i primi che ci cascano. Ma non li giustifico. Sono pienamente d’accordo con quanto ha detto Papa Francesco, sulla sua condanna verso certi atti. Lo sa che in una parrocchia avevamo problemi a organizzare il campeggio perché c’era un educatore che voleva solo stare vicino ai bambini? Ma io non l’ho accettato”.

“Nella Chiesa – conclude – qualche prete pedofilo ci può essere, non mi meraviglio. Ma non li giustifico. La pedofilia è una malattia, ecco cos’è. Bisognerebbe parlarne con un medico. La Chiesa deve aiutare questi peccatori, occorre misericordia. Poi, ovvio che se uno fa il parroco magari, va allontanato dalle sue funzioni”.

 

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