Aborto, femminismo, sesso: il Vaticano contro le suore Usa ribelli

Pubblicato il 19 Aprile 2012 - 09:35| Aggiornato il 3 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – “Seri problemi di carattere dottrinale”. Il Vaticano attacca le irrequiete suore degli Stati Uniti, quelle riunite sotto la sigla “Leadership Conference of Women Religious”, il gruppo che riunisce circa l’80% delle religiose del Paese.

I “seri problemi” in questione, spiegano il New York Times  e il Washington Post, più che dottrinali sembrano però  “socio-politici”. A far arrabbiare il Vaticano, infatti, sono le scelte delle suore in materia di riforma sanitaria, morale sessuale e femminismo.  In primo luogo, infatti, a indisporre i Vescovi americani, mittenti della “censura” frutto di tre anni di indagine avviata nel Vaticano nel 2008 e da poco conclusa,  è stata la posizione delle suore, attive promotrici della riforma sanitaria di Obama.

Ancora più delicata la questione è la questione relativa alla morale sessuale. Secondo i vescovi, infatti, le sorelle della Leadership Conference of Women Religious si occuperebbero di tematiche  “radicalmente femministe incompatibili con la fede cattolica”. Tematiche come aborto e contraccezione, solo per fare esempi di due nervi scoperti.

Decisamente più “teologico” l’appunto mosso ad una delle suore leader del gruppo Elizabeth Johnson, autrice di un libro in cui avrebbe ipotizzato una descrizione “femminea” di Dio e che per questo, secondo la commissione di indagine andrebbe “allontanata dai luoghi dove insegna”. Infine il “diritto alla vita”, tema su cui queste suore non si spenderebbero abbastanza preferendo occuparsi di contraccezione e aborto.

“Sono stupefatta, hanno paura di noi” è la replica di un’altra sorella, la suora-avvocato Simone Campbell.  “Noi ci concentriamo sulla povertà, sull’immigrazione e sui problemi del servizio sanitario”, la sua replica. Quindi la polemica: “In tre anni di indagine la commissione non ci ha neppure contattato”.