ROMA – Lo scorso luglio è finito in carcere nell’ambito di un’indagine sulla prostituzione minorile. Ora Furio Fusco, noto fotografo romano e titolare di un’agenzia di (baby) modelle (la maggior parte sono minorenni) è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare. Ad aggravare la sua posizione ci sarebbe un filmino porno con una tredicenne, forse la più giovane delle sue vittime, presumibilmente destinato a un dirigente Rai “in cerca di due ragazze da portare in vacanza”.
A raccontarlo ai magistrati è stata l’altra protagonista del video: una modella di 19 anni, anche lei indagata per quelle scene saffiche. E’ su questo fronte che lavorano adesso i carabinieri del nucleo investigativo. Ma non c’è solo questo: il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristiana Macchiusi lo accusano già di violenza sessuale aggravata, prostituzione minorile e diffusione di materiale pedopornografico. Nei computer del fotografo sequestrati è stato rinvenuto un vero e proprio archivio di foto pedopornografiche, oltre 850 scatti i cui soggetti erano soprattutto maschi, minorenni.
Ma a destare maggiore preoccupazione è l’altro fronte delle indagini: quello dei clienti illustri, ai quali Fusco avrebbe presentato le ragazze, stando al racconto della modella diciannovenne.
Valentina Errante sul quotidiano Il Messaggero, riporta le esatte parole con cui il gip Giulia Proto motiva la nuova ordinanza:
“Le emergenze hanno evidenziato come Fusco abbia posto in essere per lungo tempo una condotta di corruzione morale, abuso e violenza in danno di ragazze, prevalentemente minorenni, con modalità e per fini illeciti e altamente censurabili, perché, alimentando e sfruttando l’aspirazione delle ragazze a debuttare nel mondo della moda e della pubblicità, non esitava a indurle a compiere e a subire atti sessuali in modo da produrre, con modalità e per fini ”imprenditoriali”, materiale pedopornografico al fine di soddisfare altresì i suoi istinti sessuali”.
E ancora:
“I delitti perpetrati da Fusco rivestono particolare pericolosità sociale e non solo riprovevolezza morale, perché hanno avuto come vittime soggetti particolarmente vulnerabili, quali ragazze minorenni, che aspiravano a entrare nel mondo della moda e dello spettacolo, indotte, pur di perseguire tale finalità, a subire condotte e a tenere comportamenti riprovevoli e corruttivi, esiziali per un loro equilibrato sviluppo psicologico”.
Decine e decine di minorenni dei quartieri Parioli, Trieste e Talenti, studentesse di buona famiglia del Giulio Cesare, del vicino istituto Santa Maria Ausiliatrice, o del Kennedy, scuola privata del centro. Tutte in cerca di un rapido successo