Giuseppe Filetto su Repubblica ricostruisce la vicenda:
Ormai le hanno ribattezzate sexyricattatrici. Il caso giudiziario genovese trae origine dalla denuncia presentato dal giovane uomo, una volta resosi conto di essere caduto nella trappola. Prima di pagare avrebbe chiesto alla ragazza qualche giorno di tempo per riflettere, poi si è deciso a rivolgersi alla magistratura. Nell’esposto avrebbe raccontato di aver conosciuto la studentessa attraverso degli amici in comune, poi lo scambio di telefonini, infine l’appuntamento su Facebook.
“Mi ha invitato su Skype, così avremmo potuto guardarci”, ha precisato l’uomo. Che non si aspettava le insidie della rete.Il resto è arrivato poco per volta, con la giovane sempre lei a fare il primo passo, che improvvisa un sexy-balletto durante il quale si toglie i pochi indumenti che la ricoprono, fino a spingere il “partner” ad una sorta di sesso online, a compiere atti di autoerotismo. Il momento magico sarebbe durato pochi minuti, giusto il lasso di tempo per filmare tutto.
All’insaputa del professionista, la ragazza ha registrato lo spogliarello attraverso l’opzione sul computer. Il ricatto è arrivato qualche settimana dopo: “Voglio 500 euro, altrimenti le immagini finiscono in rete”. E per convincerlo che non era uno scherzo, che il video potesse essere diffuso a tutti gli amici di Facebook o postato su Youtube, gli avrebbe inviato il filmato.