"Gola profonda, la vera storia" raccontata da Linda Lovelace

ROMA – Non e' certo un libro facile questa biografia 'Gola Profonda, una storia vera', a firma di Linda Lovelace, che finalmente arriva in Italia pubblicata da Castelvecchi (pp. 190, 18,50 euro).

Non e' facile perche' le descrizioni fatte dall'attrice pornografica statunitense della sua forzata iniziazione al sesso a pagamento hanno la violenza sconvolgente di un pugno. E questo a quarant'anni dal film che la rese famosa, 'Gola profonda', e a dieci anni dalla sua morte.

Scritta nel 1980 dalla stessa Lovelace (pseudonimo di Linda Susan Boreman, nata a New York il 10 gennaio 1949 e morta a Denver il 22 aprile 2002), racconta infatti, senza troppe sfumature, l'incontro con Chuck Traynor, balordo con pistola che divenne poi il suo primo marito, che la inizio' alla prostituzione nel modo piu' diretto.

''Hai presente quei cinque tizi li' fuori?'', dice a un certo punto Chuck alla ragazza Linda che solo pochi giorni prima viveva ancora con i suoi genitori: ''Beh? Stai per scoparteli tutti e cinque''. E la descrizione di quello che accadde in quella stanza d'albergo nel libro viene delineata dalla protagonista senza risparmiare nulla. Nessun particolare.

Come a voler fissare una volta per tutte quell'orrore che fu solo l'inizio di una carriera solo in parte riscattata dalla notorieta', non sempre gradevole, ottenuta al cinema. Soprattutto grazie al film 'Gola profonda' (Deep Throat), uscito in Usa nel 1972 e girato in una sola settimana, che cambio' il costume sessuale, attivo' tribunali, femministe, mafia e spinse in sala a vedere un film porno anche le signore dell'upper class.

Costato solo 25.000 dollari, Gola profonda (bandito in 23 Stati), ne incasso' 600 milioni, grazie all'idea di porre l'oggetto misterioso della sessualita' femminile (il clitoride) in un luogo particolare, in fondo alla gola della protagonista che mori' poi a 53 anni a Denver, nel 2002, per i postumi di un incidente stradale.

In questo libro, che come titolo originale aveva Ordeal (prima delle sue due autobiografie, nel 1986 usci' 'Out of Bondage'), la Lovelace dichiara espressamente di essere stata costretta a girare film a luci rosse dal primo marito, quel Chuck Traynor descritto come un ultra-violento che, pur dicendo di amarla, la picchiava e non aveva esitato a spingerla per due anni nell'inferno piu' bieco. Quando usci' questa biografia, nel 1980, la Lovelace ne parlo cosi': ''L'ho scritta per mio figlio, per l'uomo che pur sapendo tutto mi ha sposata, per ristabilire la verita' dei fatti e per me stessa, per mettermi una buona volta tutto alle spalle''.

Intanto e' corsa al cinema di biopic per Linda Lovelace. Per l'attrice Malin Akerman, che doveva interpretare appunto la biografia della Lovelace a marzo, e' arrivato un altro minaccioso slittamento. Non solo. Un altro progetto sulla pornostar con protagonista Amanda Seyfried, che dovrebbe essere girato a fine anno, fa pensare alla Akerman che il suo film potra' mai andare davvero avanti.

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