Heather Leiva: “Diventai pornostar per salvare il mio matrimonio”

Heather Leiva: "Diventai pornostar per salvare il mio matrimonio"
Heather Leiva: “Diventai pornostar per salvare il mio matrimonio”

ROMA – Il matrimonio, la gravidanza, l’arrivo del primo figlio e il marito che giorno dopo giorno appare più distratto. Heather Leiva, una moglie e mamma, ha deciso di diventare una pornostar per salvare il proprio matrimonio. Per Heather, che racconta la sua trasformazione all’Huffington Post, tutto inizia quando scopre il tradimento del marito e dopo averlo accettato cerca se stessa e decide di offrigli più sesso e migliore.

Heather si racconta e spiega che dopo tutte le domande sul perché lui l’abbia tradita, la risposta era solo una. Il sesso:

“Doveva necessariamente trattarsi del sesso. Non è forse quella la cosa più importante per un uomo? Qualcuno doveva essersi infilato in quella nicchia non appena avevo mollato la presa. Iniziai a formarmi un calendario nella mia testa, contando sulle punta delle dita le volte in cui avevo offerto a mio marito del piacere sessuale.

Quante volte gli avevo risposto che mi sentivo troppo stanca? Che cos’era cambiato da quando il bebè era arrivato? Le statistiche erano ben misere, e quando invece il sesso gliel’avevo effettivamente garantito, non era stato niente di spettacolare. Come avevo fatto a permettere che un’altra donna mi eclissasse in quel modo? Come potevo aver lasciato che un’altra candidata s’infilasse a cercare d’usurpare il mio ruolo?

Tecnicamente non avevo alcuna prova a dimostrazione del fatto che il loro rapporto fosse stato consumato; in realtà, dal punto di vista strettamente logistico la cosa non pareva possibile — ma quanto meno lei gli stava offrendo qualcosa che lui voleva, e che io non gli davo. Mi resi conto che la risposta era sempre stata davanti a me. Sarei riuscita a risolvere quel problema; sarei diventata ciò che avevo bisogno d’essere”.

E’ stato allora che Heather ha deciso di diventare la pornostar di suo marito:

“Primo passo: il corpo. Innanzitutto avrei dovuto smettere d’abbuffarmi, e farlo immediatamente. C’è il peso che si accumula con la gravidanza, e poi c’era quello che ero diventata io. Le pornostar hanno corpi sodi con grossi seni finti. O almeno lo erano in quel genere di porno che piaceva a lui. Non sarei riuscita a inserire nella mia tabella di marcia un’operazione, ma almeno avrei potuto dimagrire. Subito dopo, la mia prima ceretta della zona-bikini. Una depilazione brasiliana completa. Che cosa vuol dire che la fate anche sul retro? C’è un retro? Chiamarlo straziante non rende giustizia alla descrizione del dolore che ho provato.

Alla trasformazione fisica è seguita quella dell’abbigliamento, dicendo addio ai pigiami da maternità e ai reggiseni per l’allattamento:

“Caricai a bordo il nostro bebè di nove mesi e mi avventurai qualche chilometro più a sud, dove il valore delle abitazioni crollava e i banchi dei pegni dominavano il panorama. Ecco il sexy shop davanti al quale passavo sempre tornando a casa. Mi fermai nel parcheggio e il mio bambino produsse un verso. Guardai nello specchietto retrovisore, contemplandone il dolce visino. Mi dispiace doverti coinvolgere in tutto questo, ma un giorno di quest’epoca buia non ne saprai mai niente. Trionferò su tutto questo per noi, e non mollerò mai più la presa”.

Una volta ritrovato il fisico e gli accessori giusti, era arrivato il momento del sesso, scrive la Leiva:

“Ogni volta che lo incontravo gli saltavo addosso. All’inizio si sentiva piuttosto confuso, ma poi m’assecondava come un bambino riluttante a rifiutare del gelato gratis. Dopo i primissimi giorni, a parte il saltuario “Ma che t’è successo?” non disse molto del cambiamento. Nelle notti che trascorreva a casa facevo tutto quanto in mio potere, tutto ciò che il porno su internet mi aveva mostrato, per sconvolgere il suo mondo. Ero come una macchina. La mia rabbia e la mia determinazione alimentavano ogni mio movimento”.

Ma il sesso, ammette la stessa Leiva, non è la soluzione a tutti i problemi, né la risposta a tutte le crisi di matrimonio. Il marito, nonostante il sesso, continuava a tessere relazioni con altre donne:

“Non incappai mai in un “Ho fatto un errore, è ora di metterci un punto. Amo mia moglie e voglio rimettere insieme la nostra famiglia”. Non ci fu alcun “Non sarai mai in grado di fare ciò che lei fa per me”. Invece mi passavano sotto gli occhi centinaia di messaggini maliziosi, dozzine di articoli condivisi. Uno scambio di pensieri profondi e segreti intimi. Non c’era alcun “Oh, ma lo sai che vado ancora a letto con mia moglie… un sacco di volte”. C’era solo roba tipo “Sei proprio incredibile. Dimmi di più su di te”. Lui le raccontava gli stessi aneddoti che aveva usato per affascinarmi. Quello che lo faceva apparire avventuroso. Quello che lo faceva apparire sensibile. E lui si mostrava sempre ammaliato dalle cose che veniva a sapere di lei.

Sentendomi un’idiota, caricai il bambino in automobile e riportai in negozio molti di quei capi d’abbigliamento intimo che avevano ancora l’etichetta. Rimproverai me stessa — proprio io, che una volta ero stata una donna intelligente e sicura di me — per essermi resa tanto ridicola. Alla fine tutto ciò che ottenni fu di distrarmi da ciò che stava veramente accadendo per correre dietro a una missione matta e disperata, e di fare a mio marito il migliore regalo d’addio, un regalo che non si sarebbe mai meritato. Io non ottenni un bel niente, dato che non c’era mai stata una gara, né un premio in palio, ma il lutto m’aveva impedito di rendermene conto.

Scoprii nella maniera peggiore che il problema non è quasi mai il sesso. Avevo disperatamente cercato di barattare la mia dignità in cambio della possibilità di restare aggrappata a un pessimo matrimonio. Da quel momento in poi, se avessi mai sentito il bisogno di dare voce alla mia pornostar interiore, l’avrei fatto per qualcuno che ne valesse la pena, ma soprattutto, l’avrei fatto per me stessa”.

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