Bere caffè, fare sesso e soffiarsi il naso aumenta il pericolo di ictus

Pubblicato il 5 Maggio 2011 - 16:26| Aggiornato il 4 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Bevete spesso caffè, fate sesso, fate sport in modo intenso, vi soffiate il naso vigorosamente o siete stitici? Avete più probabilità di avere un ictus e un’aneurisma cerebrale. Lo rivela uno studio olandese pubblicato su ‘Stroke’.

I ricercatori hanno identificato otto principali – e insospettabili – cause scatenanti, capaci di aumentare il rischio di aneurisma intracranico, una fragilità nella parete di un vaso sanguigno del cervello che spesso lo porta a gonfiarsi come un palloncino. Se si rompe, ne può derivare una emorragia subaracnoidea. Ebbene, analizzando la popolazione colpita, a caccia di particolari fattori scatenanti, il team di Monique Vlak dell’University Medical Center di Utrecht ha identificato otto ‘cattive’ abitudini, calcolandone il relativo ‘peso’ nel determinare un aumento di rischio di aneurisma e ictus. Ecco la lista nera delle otto ‘insidie’, celate nella vita di tutti i giorni: bere caffè (10,6%), fare esercizio fisico in modo intenso (7,9%), soffiarsi il naso (5,4%), avere un rapporto sessuale (4,3%), difficoltà ad andare in bagno (3,6%), bere cola (3,5%), essere sorpresi per qualcosa (2,7%), arrabbiarsi (1,3%). Sono tutti ‘grilletti’ capaci di “indurre un aumento improvviso ma breve della pressione sanguigna, cosa che sembra una possibile causa comune per la rottura di un aneurisma”, spiega Vlak.

Non solo, il pericolo si è rivelato più alto subito dopo aver bevuto alcol, ma è anche diminuito rapidamente, proseguono i ricercatori. “L’emorragia subaracnoidea causata dalla rottura di un aneurisma intracranico è un evento devastante, che spesso colpisce giovani adulti – dice Vlak – Questi fattori scatenanti che abbiamo scoperto sono sovrapposti ad altri fattori di rischio noti, tra cui essere donna, avere una certa eta’ e soffrire di ipertensione”.

Pochissimi pazienti presentano sintomi prima della rottura (come vomito, problemi alla vista, perdita di coscienza e mal di testa particolarmente gravi). Con il crescente utilizzo di tecniche di neuroimaging, però, sono stati individuati molti aneurismi che altrimenti sarebbero sfuggiti ai medici. Per lo studio il team olandese ha sottoposto a 250 pazienti che avevano subito un’emorragia subaracnoidea aneurismatica un questionario per ‘fotografare’ la possibile esposizione a 30 potenziali fattori scatenanti, nel periodo immediatamente precedente all’evento. Indagando su stile di vita e abitudini di ogni soggetto. Gli studiosi hanno quindi valutato il rischio relativo, usando un metodo che permette di capire se un evento specifico e’ stato innescato da qualcosa che e’ accaduto poco prima.

A questo punto, conoscendo i ‘cattivi’, cosa bisogna fare per difendersi? Gli esperti non sconsigliano, nonostante tutto, l’attività fisica, “a causa dei molteplici benefici che apporta”. Ma suggeriscono ai pazienti aneurisma intracranico di ridurre il consumo di caffeina e ricorrere a un trattamento anti-stitichezza, per “ridurre il rischio di emorragia subaracnoidea – conclude Vlak – Mentre i vantaggi della prescrizione di farmaci antipertensivi in questi pazienti devono ancora essere approfonditi”.