Il gigolò: “Il prete e quelle notti di sesso a Roma…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Ottobre 2015 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA
Il gigolò: "Il prete e quelle notti di sesso a Roma..."

Il gigolò: “Il prete e quelle notti di sesso a Roma…”

ROMA – Notti di sesso a Villa Borghese e nei sottopassaggi di Roma. Sebastiano è il gigolò che domenica 11 ottobre davanti alla chiesa di Santa Teresa d’Avila ha raccontato le notti di sesso con l’alto prelato gay. L’uomo ha raccontato, davanti ad una folla di fedeli che chiedeva la cacciata del prete, che il prelato faceva uso di droghe e che lo aveva avvicinato per la prima volta nel 2004. Sebastiano ha detto di aver parlato della situazione e che tutti alla Curia generalizia sapevano e ora si dice pronto a firmare una dichiarazione al cardinale vicario. Ora la procura di Roma ha aperto un fascicolo e la Curia sta prendendo informazioni sulle dichiarazioni dell’uomo, per verificarne l’attendibilità.

Fabrizio Peronaci sul Corriere della Sera ha intervistato Sebastiano, 55 anni, testimone dello scandalo gay che ha travolto l’alto prelato a Roma:

“Come è nato l’incontro con «l’alto esponente» della Curia generalizia?«L’ho conosciuto nel 2004 a Villa Borghese, mi offrì una sigaretta. Era lui, il superiore dei carmelitani… Poi un giorno, a un funerale, l’ho riconosciuto mentre si vestiva in sacrestia. Padre Alessandro mi chiese: “Lo conosci?” Saltai su: “Azz… Se lo conosco…!” L’avevo visto due ore prima, in un sottopasso qui dietro, per un rapporto, ma senza ricevere soldi… Non sapevo che era un prete».
Lei ha presentato una dichiarazione al cardinale vicario Agostino Vallini?
«Sì, a giugno andai con la mia deposizione al Vicariato, da Di Tora (il vescovo del settore Nord, ndr) e dal cardinale Vallini. E’ uscito don Nicola e mi ha detto: “No, no…”. Ora, invece, sono pronto a firmarla».
Dopo che la storia venne alla luce, cosa è accaduto?
«Era il 2004-2005. Io vivevo qui, in uno sgabuzzino, facevo il servizio Caritas, partecipavo d’estate alla festa di Santa Teresa… Quando ho detto ‘sta cosa a padre Alessandro, lui non mi credeva, ma poi l’abbiamo pedinato: usciva all’una di notte dalla strada di dietro».
Quanto durò la relazione?
«Più di un anno, l’ho conosciuto abbastanza… Lui usa il popps (popper, la cosiddetta droga dei gay, ndr), una sostanza che metti nel naso, non è cocaina, la vendono in Francia, dove è legale».
Incontri segreti, dove?
«Solo a Villa Borghese, in posti chiusi no. E tutti sapevano! Don Agostino, il vecchio parroco, sapeva. A padre Gabriele l’ho detto in confessionale e mi ha risposto che voleva tenersi fuori… Lo sapeva pure don Giuseppe, il parroco di San Nicola a via dei Prefetti. Con lui e la gioventù una volta andai al ritiro spirituale a Palestrina».
Tutti tacevano?
«Certo! Ci sono voluti dieci anni per far venire a a galla la storia. Ma adesso non fate di tutta la parrocchia un fascio. A essere coinvolta è solo una persona… Ho cercato di andare alla Curia per sistemare la faccenda, lì ci sono le telecamere all’ingresso, mi conoscevano bene, anche il padre generale, però hanno sempre tappato tutto, la colpa è anche loro».
Cosa farà adesso?
«Parlo, dico tutto. Basta».
All’inizio però, per essere intervistato, lei al sottoscritto ha chiesto ripetutamente dei soldi.
«Perché sono disperato, dormo per strada. Ma ci ho ripensato, non voglio nulla. Ho deciso di fare la dichiarazione firmata per rispetto a padre Alessandro, che è una persona pulita. Con lui andavo anche a benedire le case, però alla fine mi hanno messo fuori con la calunnia che sono un poco di buono. E anche a padre Alessandro hanno fatto di tutto per buttargli la zappa sui piedi».
Lei una notte di dicembre 2006 fu aggredito. Perché?
«Mi ero alzato dalla panchina per fare la pipì, quando mi attaccarono 5-6 persone. Mi hanno spruzzato una cosa negli occhi e massacrato di botte. Ho perso l’occhio, mi hanno spaccato la mandibola. Il prete, lui, l’avevo visto un’ora prima in zona. Non so altro. Ma ora che si è aperta un’inchiesta spero di avere giustizia»”.