Katharina Miroslawa a Lucignolo, il ritorno sul palco de “la mantide” (video)

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Katharina Miroslawa a Lucignolo

ROMA – Katharina Miroslawa, l’ex ballerina condannata a 13 anni di carcere per l’omicidio dell’imprenditore Carlo Mazza, avvenuto a Parma nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 1986, è tornata per esibirsi per un’unica volta in uno di quei night club che la resero famosa trent’anni fa, davanti alle telecamere della trasmissione Lucignolo 2.0 condotta da Enrico Ruggeri.

La Miroslawa, tornata in libertà,è tornata in quel mondo che le apparteneva un tempo e del quale era considerata da molti la regina, conosciuta come “la mantide”.

 

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“Mi esibivo con mio marito in spettacoli di danza erotici. Lavoravamo nei night club», ricorda oggi Katharina parlando ai microfoni di Mediaset. Giovane e bellissima, divenne vera e propria diva dal palco di un locale modenese. «Eravamo l’attrazione che spesso chiudeva la scaletta degli spettacoli”.

La ballerina polacca e suo marito divennero famosi esibendosi insieme. Poi la Miroslawa conquistò da sola la scena. È in quel mondo fatto di champagne e sesso ammiccato o sussurrato che incontrò poi Mazza, ricco imprenditore 52enne, protagonista insieme a lei di un giallo fatto di sesso, denaro, gelosia e morte. “Ho dovuto fare la vita da latitante che è durata 8 anni. Sono stata catturata. Ho fatto 13 anni di carcere”, ricorda.

Il 9 febbraio 1986 il suo amante venne ritrovato morto in un’auto, stroncato da due colpi di pistola. La Miroslava, suo marito e suo fratello furono arrestati per l’uccisione. Il movente sarebbe stata una polizza sulla vita che Mazza avrebbe intestato a lei.

Katharina è uscita dal carcere nel mese di giugno e la sua vita sembra essere cambiata parecchio. In prigione ha preso il diploma e ha studiato teologia.

Il mondo dei locali notturni le sembra cambiato tantissimo. La Miroslawa dice che i night sembrano oggi solo dei posti dove andarsi a nascondere, non luoghi dove portare la moglie o la compagna per trascorrere una serata, e nello stesso tempo gli spettacoli erotici diventati, a differenza del passato, espressione di volgarità pura. “Io non ho mai lavorato così. Sono cose quasi porno. A quei tempi si definiva porno”.

La Miroslawa ricorda di aver guadagnato trent’anni fa circa 10 milioni di lire al mese, una cifra che le ragazze di oggi non porterebbero a casa nemmeno con le migliori esibizioni. Dicono di guadagnare un fisso di 800 euro mensili ai quali aggiungere poi il compenso delle performance nei privè.

Condannata solo sulla base di indizi, la Miroslawa ritiene di poter ottenere ancora giustizia. “Faccio un ultimo tentativo per riaprire questo processo”.

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