ROMA – “Laura Boldrini su Facebook”: giusto il tempo di un week end è circolata questa clamorosa bufala sul web, giusto il tempo per randellare virtualmente un’alta carica dello Stato, umiliare una donna in quanto donna, riaccendere i mai sopiti istinti censori di fronte alla stupidità volgare e allo stalking digitale. Il sito laretenonperdona.it ha citato l’account Facebook di Antonio Mattia come sorgente del contagio. Nemmeno il sito di Paolo Attivissimo, il cacciatore di fake sulla rete, se n’era accorto, la foto fra l’altro non è un fotomontaggio ma una banale sostituzione di identità: fatto sta che la discarica dei deliri digitali non era in funzione e per qualche momento, anche i più seri, i meno inclini a bazzicare l’inevitabile trash quotidiano, si sono interrogati per lo meno sulla veridicità della foto.
La quale, invece, era palesemente falsa ma non abbastanza tarocca da poter essere scambiata per greve ironia. Estratta da un gruppo di foto di allegri nudisti da spiaggia, l’immagine della falsa Laura Boldrini, avrebbe dovuto macchiarne la reputazione di moralizzatrice. Come dire, vedete bene come se la spassava, non esibisce oggi la stessa posa disinvolta adesso che interpreta il ruolo di presidente della Camera tutta tailleur e ditini alzati. Da qui una girandola infinita di lazzi in photo-shop, tipo la falsa copertina di Le Ore con la falsa pornodiva inventata che, si sussurra con la bava alla bocca, siede sulla poltrona più alta della Camera dei Deputati.
Si può essere fra coloro che poco hanno apprezzato la sua elezione, forse proprio in virtù del suo ruolo all’Alto Commissariato dei rifugiati. Si può, è lecito avere delle riserve sul personale dell’Onu, di gran lunga l’organizzazione più sopravvalutata della storia. Ma non si può, non è giusto né dignitoso, prima che lecito o illecito, mettere alla berlina qualcuno a partire dal suo aspetto fisico, attribuendo significati reali da presupposti inventati o non conseguenti (anche Libero ha ironizzato su una Boldrini “mantide religiosa” solo perché si permette di avere una relazione con un uomo più giovane di lei).
Il fake origina da questo corto circuito mentale di basso moralismo da osteria. Toglierle i panni di professionista e di presidente della Camera, denudarla simbolicamente, significa strapparla con forza all’ambito istituzionale per gettarla nella fossa comune del pettegolezzo becero, del gossip a mano armata (un po’ come succede ad Angela Merkel in costume mentre fa le terme a Ischia). Per dire cosa, poi? Guarda, quella a 50 anni ancora si mette il top less, la tardona con il toy boy dimostra ancora appetito…Una volta le persone tristi stavano da sole, oggi seguono, persi nella rete, chi ride più sguaiatamente.
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