Londra: ancora guerriglia urbana. Incendi e scontri, oltre 215 arresti

Pubblicato il 8 Agosto 2011 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – Almeno 215 persone arrestate e 35 agenti feriti: è il bilancio dell’operazione di Scotland Yard dopo la seconda notte e il secondo giorno di disordini e saccheggi a Londra. Dopo la rivolta di Tottenham di sabato notte, nuove violenze hanno infatti scosso domenica notte altri quartieri della capitale, dove gruppi di giovani si sono scontrati con la polizia saccheggiando negozi e danneggiando macchine ed edifici. E anche lunedì gli scontri sono continuati: in pieno giorno il quartiere di Hackney è stato teatro di nuovi scontri. Gruppi di giovani hanno assalito poliziotti e negozi, danneggiando le vetrine di diversi locali.

Il ministro degli Interni Theresa May ha sospeso le ferie estive e ha fatto rientro nella capitale, dove ha incontrato il responsabile ad interim della polizia metropolitana, Tim Godwin, e altri alti funzionari di Scotland Yard, per esaminare la situazione alla luce di altri possibili disordini. «I responsabili delle violenze e dei saccheggi dovranno pagarne le conseguenze», ha dichiarato la May.

Scontri nella notte. A Brixton, già teatro anni fa di gravi violenze a sfondo razziale, centinaia di persone hanno saccheggiato un grande magazzino, lanciando pietre contro gli agenti; un’altra cinquantina di vandali ha causato danni a Oxford Circus, nel cuore turistico della capitale e altri scontri sono avvenuti a Enfield. Si tratterebbe di violenze almeno in parte organizzate, anche attraverso i social network.

Le prime violenze erano scoppiate nella notte fra sabato e domenica nel quartiere multietnico di Tottenham, dopo una manifestazione convocata per protestare contro la morte di Mark Duggan, pregiudicato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia.

Nella capitale inglese torna così l’incubo degli scontri razziali. Negli incidenti di sabato notte è infatti stato ucciso Mark Duggan, un 29enne di colore padre di due figli. Il quartiere di Tottenham era già stato al centro di violentissimi scontri nel 1985. Allora alla base della rivolta c’era l’idea che Scotland Yard fosse razzista e ce l’avesse con i neri. Così quando Cynthia Jarrett, madre 49enne del giovane Floyd Jarrett resta uccisa durante la perquisizione di casa sua avvenuta dopo l’arresto del figlio, il quartiere perde la testa. E un agente viene massacrato a colpi di machete. Con un passato così è facile capire perchè Londra questa mattina si sia svegliata con una certa apprensione.

Con un passato così è facile capire perchè a Londra regni una certa apprensione. E non è dunque un caso se David Lammy, deputato laburista eletto nella circoscrizione locale, è comparso nei televisori britannici per attaccare senza riserve i responsabili dei disordini. “Queste – ha ruggito – sono le azioni di persone senza cervello, non degli abitanti di Tottenham”. Quindi l’inevitabile confronto coi fatti del 1985. “Non è come 25 anni fa. Allora c’era un problema con la polizia, ora siamo di fronte a un attacco al quartiere”. Secondo Lammy, infatti, molti dei ’dimostrantì non facevano neppure parte della comunità locale. “Non voglio vedere 25 anni di lavoro buttati al vento per colpa di questi teppisti”, ha chiosato.

Le immagini della zona di Tottenham il giorno dopo gli scontri (foto AP/LaPresse):