ROMA – Un padre violento, che si masturbava guardando una delle sue figlie. Loredana Bertè si racconta nella sua autobiografia, “Traslocando” (nelle librerie dal 20 novembre) senza fare sconti al passato. Un’infanzia davvero dura, la cantante ricorda i primi anni della sua vita in Calabria:
“Nostro padre era un violento che massacrava di botte nostra madre, anche quando era incinta – queste le parole della Bertè durante l’intervista – uno che ha buttato mia sorella dal balcone per un brutto voto a scuola, e che, quando mamma non gliela dava, veniva in camera di noi bambine a masturbarsi guardando Mimì. Lei lo sentiva arrivare e mi diceva: ‘Chiudi gli occhi, fai finta di dormire’. Io guardavo attraverso le ciglia e vedevo una cosa che non capivo: cosa facesse quest’uomo fermo ai piedi del mio letto, girato verso mia sorella. Mimì mi ha spiegato tutto dopo molto tempo“.
Parole che hanno sconvolto i molti fan della cantante e che potrebbero spiegare il rancore da lei dimostrato per anni nei confronti dell’uomo, che tuttavia non ha ancora avuto modo di rispondere a tale accuse o potersene difendere. Loredana e sua sorella Mimì, comunque, all’epoca dei fatti non hanno saputo a chi rivolgersi, sempre secondo il racconto dell’artista: “Non sapevamo a chi dirlo. A quel tempo mica c’era il Telefono Azzurro. Parlarne a nostra madre, comunque, era escluso: avevamo paura che non ci credesse, che lo dicesse a lui e di essere picchiate“.