Marito cambia sesso, tribunale impone divorzio. Cassero: "Accanimento giudiziario"

BOLOGNA, 16 GIU – ''Con sgomento apprendiamo del decreto della Corte d'appello sul caso Bernaroli, che rappresenta certamente una forma di accanimento giudiziario su una coppia di persone che si amano. Qual e' l'interesse pubblico a lacerare una famiglia costituita su un regolare contratto matrimoniale oltre che sull'affetto reciproco?''.

E' il commento di Emiliano Zaino, presidente del Cassero (storico circolo gay bolognese), alla vicenda di Alessandra Bernaroli, a cui la corte d'appello ha imposto il divorzio senza il consenso dei coniugi.

''La Corte d'Appello di Bologna – ha aggiunto il responsabile del settore Giuridico del Cassero, l'avvocato Michele Giarratano, che fa parte del collegio difensivo di Alessandra Bernaroli con l'avvocato Anna Tonioni e altri – non ha tenuto conto di nessuno degli argomenti sollevati in primo grado e che avevano portato alla giusta decisione del Tribunale di Modena. La legge di rettificazione di attribuzione anagrafica del sesso (legge 164/82) non prevede lo scioglimento automatico del matrimonio preesistente. La legge sul divorzio, infatti, (cosi' come modificata dopo la legge 164) prevede si' che il cambio di sesso di un coniuge sia causa di divorzio, ma solo su richiesta dell'altro coniuge e previa sentenza di un giudice. Siamo gia' pronti a ricorrere in Cassazione per far valere i diritti di Alessandra e sua moglie''.

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