LONDRA – Alla tenera età di 86 anni, l’ex premier britannico Margaret Thatcher riesce ancora a far discutere di se. Oggi, lei soffre di demenza senile e parla con il marito Denis morto otto anni fa, non ha più un ufficio di rappresentanza alla Camera dei Comuni e non partecipa più ad alcun evento pubblico. Un film che parla di lei in uscita a breve però, ora fa litigare destra e sinistra.
La pellicola in questione è “The Iron lady” diretto da Phyllida Lloyd con una Meryl Streep con accento British, collana di perle, tailleur blu elettrico, spilla al petto e interpretazione da Oscar secondo molti. La sua recitazione mette d’accordo tutti ma il copione spacca il Paese come già fu negli anni ’80. Gli ex collaboratori della Thatcher sono infuriati per i passaggi che raccontano il presente triste dell’ex primo ministro, la sua malattia, i vuoti di memoria, la solitudine, i dialoghi senza risposta col marito morto e parlano di “un insulto alla sua immagine”.
I nemici di “Lady T” non digeriscono invece il racconto intimistico, che dimentica o nasconde la vita fuori dal palazzo, le lacerazioni sociali dell’era Thatcher, gli anni degli scioperi a oltranza e dei licenziamenti sfrenati.
Margaret Thatcher resta insomma un “mostro” per la sinistra e un “messia” per la destra. Il rancore che le circola intorno non si è placato nemmeno quando l’ex premier è finita in ospedale tre anni fa. Sul Guardian Michele Hanson si è infuriata per le troppe attenzioni concesse a Lady T: “Ci ricorderemo chi è stata? La famosa scippatrice di latte per bambini, la folle privatizzatrice che aveva una convinzione quasi religiosa che il mercato fosse il meccanismo perfetto dell’organizzazione sociale, che pensava che la nuda ambizione fosse un bene, che sapeva come far leva sui nostri più spregevoli desideri, che ci ha trasformato in una nazione di orrendi egoisti”.
Questa divisione si ritrova anche nel dibattito sul concederle o no i funerali di Stato. In realtà, il fascino per la Thatcher ha folgorato anche uno dei leader più noti del Labour, l’ex premier Gordon Brown, che la invitò a Downing Street. Per giustificare l’invito Brown spiegò: “Di lei ammiro il fatto che sia un politico di convinzioni”.
Meno deciso è stato invece David Cameron. L’eredità controversa e ingombrante di Lady T gli ha creato qualche imbarazzo a inizio carriera, quando doveva convincere il “centro” di essere un conservatore “compassionevole”. Poi il riavvicinamento: “Saremo radicali nella riforma della società come la Thatcher lo fu nella riforma dell’economia”.
Infine, anche l’ex primo ministro laburista Tony Blair venne paragonato a lei durante la seconda candidatura. L’immagine di copertina che pubblicò l’Economist era infatti inequivocabile: il leader del Labour con orecchini di perle e capelli cotonati. Il messaggio era chiaro: votate lui, avrete una Thatcher in pantaloni, efficiente e decisa.
A seguire alcune immagini di Margaret Thatcher e del photocall del film “The Iron Lady” (Foto Ap/LaPresse):