Micromega. Rocco Siffredi e Valentina Nappi: donne e porno

Micromega. Rocco Siffredi e Valentina Nappi: donne e porno
Valentina Nappi

ROMA – Pornografia, porno al femminile, pornostar: Micromega, la rivista super intellettuale e super di sinistra entra in un nuovo territorio e lo annuncia con grancassa nella sua newsletter. Promette che sul nuovo numero di MicroMega, in uscita il 24 luglio, le attrazioni saranno “le pornostar internazionali Rocco Siffredi e Valentina Nappi”.

Piatto forte saranno “due confronti a viso aperto, senza ipocrisie e moralismi” quello di Valentina Nappi con la giornalista Maria Latella e quello di Rocco Siffredi con la regista Roberta Torre (dialogo curato da Adriano Ardovino). In realtà l’ordine di Micromega antepone Siffredi alla Nappi, ma un minimo di cavalleria ci vuole anche nel porno.

Micromega è l’unica rivista per intellettuali (c’è anche Limes, ma è per specialisti) a vivere con successo in Italia da oltre 20 anni, sotto la guida di Paolo Flores d’Arcais, che, filosofia e girotondi a parte, è stato ed è un genio del marketing. In America ci sono riviste del genere, a sinistra e a destra, ma non se la passano benissimo e comunque l’America è un continente ricco, mentre l’Italia è un paesone dove itellettuale non fa rima con denaro.

Dopo la guerra a Berlusconi, l’amore poi passato per Beppe Grillo c’è da inventarsi temi nuovi. Il Giornale di Berlusconi la butta subito in politica, con Cristina Bassi:

“Dimenticate i girotondi in difesa della Carta, le battaglie per la dignità degli immigrati e soprattutto le raccolte di firme per espellere Berlusconi dal Parlamento e dichiararlo ineleggibile a furor di popolo.
“La guerra dei vent’anni è archiviata e persino Micromega si rassegna. Appende al chiodo l’elmetto e si dà al porno.
Finalmente la rivista manifesto della sinistra engagé – edita dal gruppo l’Espresso – si lascia un po’ andare. Nel prossimo numero, in edicola giovedì, si parla di pornografia «al femminile», che sarebbe come dire il côté scollacciato del femminismo”.

Più articolata e sofisticata la presentazione di Paolo Flores d’Arcais nella newsletter di Micromega:

“Non c’è forse fenomeno tanto diffuso quanto stigmatizzato come la pornografia, di solito etichettata come prodotto fatto da “maschi per maschi”. Ma è possibile un porno al femminile? Esiste qualcosa come uno sguardo “femminile” sul porno? Uno tra i più famosi attori hard al mondo, Rocco Siffredi, ne discute, in un dialogo curato da Adriano Ardovino, con la regista Roberta Torre, componente del collettivo “Le ragazze del porno”, che rivendicano non solo il diritto per le donne di consumare liberamente e senza tabù la pornografia, ma soprattutto quello di diventare autrici e registe in prima persona di film porno. La sessualità, il desiderio, il godimento femminile, infatti, hanno subito secoli, se non millenni di oscuramento ed è forse arrivato il momento che lo “sguardo femminile” si posi anche sul porno.

“Del controverso rapporto tra l’uso del proprio corpo, il sesso, la libertà e la mercificazione discutono invece la pornostar Valentina Nappi e la giornalista Maria Latella. Per sconfiggere tutti i tabù, il sesso deve diventare un’attività semplice e alla portata di tutti come bere un bicchier d’acqua, come auspica Nappi, oppure è qualcosa che va coltivato nel mistero, come suggerisce Latella? Di sesso si parla troppo, o troppo poco? La prostituzione è sfruttamento del corpo delle donne o del desiderio degli uomini? E come vanno avvicinati i giovani al sesso, affinché non diventi né un tabù né un mero prodotto di consumo?”

Il sommario è da indigestione. L’inizio è con

“Roberta Torre / Rocco Siffredi (a cura di Adriano Ardovino) – Esiste un porno al femminile? Esiste un porno per uomini e uno per donne? E i film porno fatti da donne – prodotti quasi inesistenti sul mercato – sarebbero necessariamente diversi da quelli fatti da uomini? È sempre vero che la sessualità femminile è più complessa e raffinata mentre quella maschile sarebbe elementare e rozza? La pornostar italiana più famosa al mondo si confronta con una regista che rivendica il diritto delle donne di avere un proprio sguardo sul porno”.

Seguono

“Valentina Nappi / Maria Latella – Sesso, merce e libertà. Il sesso deve diventare un’attività semplice e alla portata di tutti come bere un bicchier d’acqua, come auspica la pornostar Valentina Nappi, oppure è qualcosa che va coltivato nel mistero, come suggerisce la giornalista Maria Latella? Di sesso si parla troppo, o troppo poco? La prostituzione è sfruttamento del corpo delle donne o del desiderio degli uomini? E come vanno avvicinati i giovani al sesso, affinché non diventi né un tabù né un mero prodotto di consumo?”.

Poi, nell’ordine di presentazione:

Gloria Origgi – Corpo, dunque sono

Il nostro Ego è il corpo: l’unità della nostra persona, che registra inesorabilmente ogni cambiamento, anche il minimo, della nostra vita. Piaceri e dolori vengono archiviati dal nostro sistema nervoso e si incidono nel nostro corpo, che diventa un libro su cui è scritta la nostra intera vita. L’autobiografia di ciascuno di noi si può leggere sul proprio corpo. Il nostro corpo parla di noi. Il nostro corpo siamo noi: il corpo è l’Ego.

Élisabeth Badinter – L’istinto materno non esiste
Ricerche storiche e psicologiche dimostrano che quello che da tutti è chiamato ‘istinto’ materno è in realtà una costruzione sociale più che un ‘destino’ naturale in tutte le donne. E soprattutto che il presunto ‘istinto’ materno non è assoluto, ma deve fare i conti con gli altri ‘istinti’, per esempio quello di conservazione e sopravvivenza, che a volte hanno il sopravvento. Accettare questa realtà, e sgombrare il campo dagli stereotipi che le donne hanno su se stesse, è il primo passo da compiere per una reale emancipazione.

Giulia Sissa – Femminismo e godimento
Dopo il primo femminismo – quello del suffragio universale – e dopo il secondo – quello degli anni Settanta – è oggi il tempo di una terza ondata: un femminismo che non ha paura del corpo e del piacere, un femminismo che si mostra, che è ‘osceno’, che rivendica non solo diritti sociali e politici, ma anche il diritto al godimento.

Giulia Garofalo Geymonat – La prostituzione tra abolizionismo proibizionismo e legalizzazione
I possibili approcci legislativi al fenomeno della prostituzione sono ancora oggi, in Europa e nel mondo, molto diversificati. La semplice assenza di criminalizzazione di prostitute e clienti associata alla rilevanza penale del favoreggiamento, tipica dell’abolizionismo che ispira la nostra legge Merlin, differisce ad esempio dall’approccio neoproibizionista che considera responsabili penalmente i clienti ma non le prostitute, in vigore in Svezia e in dirittura d’arrivo in Francia. D’altro lato c’è l’esperienza di Olanda e Germania, che hanno scelto nuove forme di legalizzazione, mentre in Nuova Zelanda è in corso da qualche anno un interessante esperimento di decriminalizzazione.

Alessandro Capriccioli – L’assistente sessuale per i disabili: una scelta di civiltà
Nell’Italia benpensante e conservatrice è considerata da buona parte dell’opinione pubblica un’attività equiparabile alla prostituzione, mentre la figura dell’assistente sessuale è da tempo legale in Germania, Svizzera, Olanda e Danimarca. Una professione in piena regola, con le proprie specifiche competenze e con un processo di selezione e formazione rigorosissimo, con lo scopo di aiutare le persone con disabilità fisico-motoria o psichico/cognitiva a vivere un’esperienza erotica, sensuale e sessuale. Perché la sessualità è una parte fondamentale nel benessere psicofisico degli individui, che rientra a pieno titolo nel diritto alla salute tutelato dalla nostra Costituzione.

Umberto Veronesi – Il corpo delle donne dalla mortificazione all’emancipazione
Ha dedicato tutta la sua vita a curare il tumore femminile per eccellenza: quello al seno. Con un obiettivo: conservare per quanto più possibile l’integrità del corpo delle donne, simbolo stesso dell’umanità. Un corpo che è strumento di seduzione e il cui uso disinvolto non è in contraddizione con l’emancipazione delle donne. Il più grande oncologo italiano spiega perché è convinto che il mondo va verso un potere tutto al femminile e perché il proibizionismo, su tutti i fronti – prostituzione compresa – non funziona.

Pietro Adamo – Storia del porno di massa
Dalla concezione progressista degli albori, segnata dalla contaminazione fra pornografia e radicalismo controculturale, passando per l’età dell’oro dei pornocinema prolungatasi fino a metà anni Ottanta e concludendo con l’esplosione del cyperporn e la cristallizzazione nella produzione pornografica di una gerarchia uomo-donna ormai dimentica delle istanze egualitarie e libertarie iniziali, il porno di massa non ha mai smesso di mutare. Un cambiamento che non è solo relativo al medium utilizzato, ma anche a contenuti, stili e generi, in un rapporto costante con l’evoluzione storica delle società occidentali.

Matthieu Lahure – Femminismo e pornografia
La pornografia è un mezzo che diffonde una visione della donna degradata e sottomessa all’uomo, e dunque è una caratteristica tipica della mentalità patriarcale e maschilista, o è uno strumento di liberazione sessuale da utilizzare in chiave libertaria e progressista? Il femminismo – anzi i femminismi – hanno risposto in maniera molto diversa a questa domanda: da quello abolizionista – che vagheggia un mondo senza prostituzione – a quello di ispirazione liberale, per il quale non si può giustificare un limite alla libertà individuale in nome di una visione morale.

Fabrizio Tassi – Cunnilingus d’autore (ovvero il sesso al cinema e i limiti del porno)
Se nel cinema esiste una netta separazione tra erotismo, in cui il sesso viene trattato con gusto ed eleganza, e pornografia, vista come un male scabroso, non mancano artisti – per ultimo Lars von Trier con Nymphomaniac – che hanno sfidato i tabù. Non semplicemente per provocare, ma per mostrare ciò che continua ad essere rimosso, nei corpi, negli istinti e nei desideri che ci governano: la realtà cruda del sesso in una società che riduce il corpo a merce e allo stesso tempo ne ha paura, in un mondo in cui (per dirla con Regis Debray) c’è una coincidenza totale tra visibile, reale e vero che cancella l’invisibile.

Carlo Augusto Viano – Donna e cristianesimo: ai piedi dell’uomo
Dalle interpretazioni ‘femministe’ delle Sacre scritture fino alle recenti dichiarazioni di papa Bergoglio, è in atto un tentativo di riscattare la figura femminile nel mondo cristiano. Ma il posto delle donne nella storia del cristianesimo è sempre stato subordinato a quello degli uomini e le ‘aperture’ di Francesco non sembrano contenere in realtà novità rilevanti: le donne sono certamente fondamentali nella visione cristiana, ma il loro posto è sempre accanto, un po’ sotto, agli uomini, come Maria ai piedi della Croce.

Rachid Boutayeb – Orgasmo e violenza: l’islam contro la donna
Nella cultura occidentale moderna il corpo è il luogo della sovranità dell’individuo. Nell’islam invece ‘individuo’ è una parola straniera, e il corpo – e con esso il sesso, pur largamente presente nel Corano – hanno un ruolo solo in quanto strumento di realizzazione del sacro. In questo contesto, la mortificazione del corpo femminile – puro oggetto del piacere maschile, sia su questa terra sia nell’aldilà – è intrinseca all’islam.

Siri Hustvedt – Una donna che guarda uomini che guardano le donne
Una certa idea di femminilità pervade le tele di Picasso, Beckmann e de Kooning, artisti che stabiliscono tutti un legame esplicito fra la propria interiorità e la realtà esteriore delle proprie opere. Una donna li osserva, tre quadri di tre uomini che ritraggono donne, e risale la corrente delle loro paure, proiezioni, sadismi e perversioni.

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