ROMA – Il progetto “Per un web sicuro” promosso dal movimento dei genitori Moige e dalla polizia postale ha puntato il dito contro il “grooming”. I minori sono i più colpiti negli adescamenti in rete e dagli abusi, ma da semplici vittime sempre più spesso si trasformano in carnefici nei confronti dei propri coetanei.
Antonio Apruzzese, direttore del Servizio di polizia postale e delle comunicazioni, ha detto: “Gli abusi rappresentano tra i rischi maggiori del web e le vittime appartengono a fasce sempre più basse d’età: tra i 10 ed i 12 anni. I profili sui social network vengono seguiti dagli adescatori che studiano i gusti e i punti deboli degli utenti di Facebook, e si presentano con un approccio personalizzato al loro obiettivo”.
I dati che emergono dalla ricerca commissionata dal Moige e svolta da Swg ha evidenziato che ogni giorno 7 minorenni su 10 navigano in rete per una media di 52 minuti, mentre scende a mezz’ora per i bambini tra i 6 ed i 7 anni e supera l’ora e mezza per i ragazzi tra i 10 ed i 13 anni. La preoccupazione dei genitori per i figli sul web riguarda nel 44 per cento dei casi la pedofilia, nel 39 per cento gli incontri pericolosi, e nel 35 per cento rispettivamente la pornografia e la perdita di controllo con la realtà.
Maira Rita Munizzi, presidente del Moige, ha detto: “I ragazzi hanno molta dimestichezza con la rete ma ciò non significa che conoscano bene anche i rischi che possono derivare da un uso non corretto di internet. Per questo è necessario il ruolo di controllo dei genitori”. Se il rischio più temuto per i propri figli è la pedofilia online, le indagini danno ragione ai genitori: solo tra gennaio e settembre 2011 gli arresti sono stati 39, oltre a 685 persone denunciate dopo 16,142 monitoraggi e 554 perquisizioni.
L’iniziativa “Per un web sicuro” coinvolgerà le regioni di Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania e Puglia e sono previsti incontri in cui gli operatori parleranno a 10mila studenti spiegando il corretto utilizzo di internet. Milly Carlucci, testimonial del’iniziativa, ha detto: “Come madre ho sempre uno sguardo attento al web, controllando la navigazione dei miei figli e soprattutto parlando con loro. Sulla rete noi genitori siamo dei principianti e i nostri figli dei fuoriclasse, anche noi dobbiamo imparare per non restare indietro”.
Fondamentale dunque il ruolo dei genitori nella navigazione in internet dei ragazzi, anche se dalla ricerca emerge che 6 genitori su 10 si limitano a parlare genericamente del web ai propri figli ed il 40 per cento controlla periodicamente la cronologia dei siti visitati, mentre solo 8 genitori su 100 attiva le funzioni di Parental Control che i software di sicurezza mettono a disposizione.