Molestata sul bus: “Cerco sconosciuto che mi ha salvata”

LONDRA – Molestata da uno sconosciuto su un autobus di Londra, viene salvata da uno sconosciuto. E adesso cerca quell’uomo, per ringraziarlo e offrirgli una birra.

E’ successo a Kaitlyn Regher, una regista di documentari e scrittrice canadese. Si trovava a bordo del bus della linea 207 in direzione di Acton quando uno sconosciuto ha iniziato a molestarla sessualmente, senza che nessuno degli altri passeggeri dicesse o facesse nulla. Ad un certo punto, però, un uomo si è alzato e ha iniziato a domandare all’aggressore di smetterla, ricordandogli che quella giovane donna che lui stava molestando avrebbe potuto essere sua sorella. Dopo aver “salvato” Kautlyn dal molestatore, quell’uomo è sparito. E adesso lei per cercarlo si è affiata a Facebook.

Qui, sul suo profilo, ha scritto questo post, che si è subito guadagnato decine di migliaia di “like”:

“Per l’uomo che era sul bus 207 in direzione di Acton ieri notte… Grazie per aver detto qualcosa quando quell’uomo mi ha afferrato. Grazie per aver detto che quella cosa non era accettabile. Soprattutto, grazie per avergli chiesto delle donne della sua vita, di sua madre, di sua sorella… Gli hai detto: “Lei potrebbe essere tua sorella. Lei è sorella di qualcuno”, e in questo modo hai fatto di me una persona. Ci hai fatto diventare una comunità. Ti ringrazio non solo perché ti sei alzato per me, o perché mi hai fatto sentire al sicuro, ma perché nel tuo viaggio verso casa – in questa grande, potenzialmente anonima città – hai reso meno traumatica quell’aggressione. Non sei andato via. Hai preso una posizione. Hai detto qualcosa. Per favore, sforziamoci tutti di “dire qualcosa”, diffondetelo, e per favore aiutatemi a trovare questo tizio eccezionale in modo che gli possa offrire una pinta di birra!”.

 

Secondo un sondaggio condotto da Transport For London, una londinese su dieci ha subito abusi sessuali sui trasporti pubblici almeno una volta nella propria vita, ma in nove casi su dieci non ha denunciato. Sul sito si legge un invito a denunciare:

“Non devi dimostrare che si trattava di un reato penale per segnalarlo, investigheremo noi per te. Nessun episodio è troppo piccolo o banale. I nostri agenti sono addestrati ad affrontare questo genere di casi. Noi ti tratteremo con rispetto e dignità. Sarai sempre creduto e sarai sempre preso sul serio”.

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Il post di Kaitlyn Regher
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