Mondiali, le regole dei ritiri. Capello: “Niente Facebook”. Dunga: “Niente sesso”. Maradona: “Mogli e vino”

Fabio Capello

A volte sono tolleranti, in certe occasioni sono visti come veri e propri “sergenti di ferro”. Gli allenatori delle nazionali che parteciperanno al Mondiale in Sudafrica hanno dettato le regole all’interno dei rispettivi ritiri, per mantenere alta la concentrazione delle “truppe”.

Il ct della Corea del Nord Kim Jon-Hun ha vietato praticamente tutto, Fabio Capello conferma la sua fama di “duro”, Dunga non scherza, Vicente Del Bosque si fa sentire, Maradona impone il suo stile, genio e sregolatezza, Marcello Lippi preferisce mantenere un “profilo basso”.

“Niente Facebook, siamo inglesi”, potrebbe essere lo slogan dell’Inghilterra. Capello – che si infuria già se uno dei suoi ragazzi si presenta a tavola munito di cellulare – ha proibito i social network tout court. Ma Wayne Rooney e Steven Gerrard fanno orecchio da mercante e continuano a trastullarsi con Facebook. Il mister ha però ceduto sul divieto imposto alle “wags”, aprendo il ritiro della Nazionale anche a mogli e fidanzate.

Capello in un primo tempo aveva fatto sapere che i calciatori avrebbero potuto incontrare i loro familiari solo nelle giornate immediatamente successive alle partite. Ma – anche seguendo il consiglio di Marcello Lippi – si è poi convinto a concedere qualche libertà in più.

Anche Vicente Del Bosque ha detto “no” ai social network: il tecnico della Spagna ha deciso di blindare la squadra da ogni contatto con tifosi e stampa, per questione di privacy e concentrazione.

Tempi durissimi per i brasiliani, che potranno sì navigare on line (Kakà racconterà il suo mondiale su Twitter) ma dovranno rispettare i rigorosi precetti di Dunga: cena alle 19, a letto alle 23, niente sesso e nessun contatto o quasi con il mondo esterno.

Se la passano meglio gli “albiceleste” di Maradona, che segue il proprio stile rivoluzionario e nel suo “decalogo” premondiali inserisce il sesso (a patto che non sia con partner occasionali e che non sia praticato nelle ore destinate al riposo), arrosti succulenti e vini di prima qualità. Nessuno scandalo se si pensa alle richieste di “Dieguito”: l’ex Pibe ha voluto nel suo alloggio al quartier generale dell’Argentina a Pretoria una tavoletta da wc riscaldata, bidet elettronico con acqua regolabile a tre velocità, nonchè lavandini nuovi. Per i calciatori disponibili 6 playstation e innocente svago assicurato.

Il Messico è di poche pretese e si accontenta della presenza di un sacerdote di fiducia. Gli slovacchi rifiutano il superfluo e si mostrano anche loro piuttosto parchi: si rilasseranno giocando a freccette e pingpong.

Per gli azzurri, quartier generale Leriba Lodge di Centurion, semplicità e tradizione a base di televisione e pasta (per loro è pronto un cavo in fibra ottica ad alta velocità in modo da poter seguire i canali italiani).

I nordcoreani più che in ritiro vanno in clausura. Fedele alla fama di Paese più chiuso del mondo, la Corea del Nord ha deciso di ritirarsi in se stessa: niente foto, né interviste, men che meno riprese. Alzato un muro insormontabile attorno ai giocatori i quali, scortati dalla polizia, si recano agli allenamenti in silenzio, a testa bassa, sguardo incollato a terra.

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