Venezia, splendida Kate Winslet. Nonostante il “vomito”

VENEZIA, 2 SET – ”Le famiglie possono essere così, ma Roman Polanski ha avuto l’ottimismo di vedere un finale di speranza per i giovani”, dicono Kate Winslet e Yasmina Reza, protagonista la prima, autrice della piece teatrale di grande successo e cosceneggiatrice la seconda di Carnage di Roman Polanski, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia.

Il cast è superlativo: Jodie Foster (assente al Lido), Kate Winslet, John C. Reilly, Cristoph Waltz. Sopravvissuta alla grande, così come Leonardo DiCaprio, al successo travolgente di Titanic, l’attrice inglese, 35 anni, è tra le protagoniste del festival con tre film: oltre a Polanski, dove offre una interpretazione da urlo al pari dei colleghi, è in Contagion di Steven Soderbergh e nella pluripremiata serie tv Mildred Pierce, qui tra gli eventi.

Carnage è, tra tante cose, una gara di talenti. ”Roman l’ha detto per noi alla fine delle riprese: ‘Siete stati un gruppo di amici non in concorrenza, ma cementati da un’esperienza fatta di condivisione del lavoro e delle idee – dice la Winslet – e questo ci è piaciuto molto”.

L’incontro tra due coppie – Reilly/Foster e Winslet/Waltz – per dialogare civilmente dopo che i rispettivi figli adolescenti si sono picchiati e uno dei due ha avuto due denti rotti, si trasforma nei 79 minuti del film in ”un lungo viaggio in cui i personaggi cominciano in un modo e finiscono in un altro e alla fine nessuno sarà più uguale a prima. Un viaggio formidabile fatto in un’unica stanza. Personaggi complessi – prosegue la Winslet -, profondi che trasportano lo spettatore in un mondo magico, lo avvolgono in una storia imprevedibile”.

L’attrice dichiara attrazione per le storie familiari: ”Sono un genitore, vengo da una famiglia grande e unita e credo di essere inconsciamente attratta da queste storie, in quanto madre, poi le dinamiche giovanili mi interessano. Avevo visto la piece a Broadway e l’avevo trovata fantastica, sono stata veramente fortunata ad essere scelta da Polanski”.

Supportato dall’autrice della piece, Yasmina Reza, Polanski ha preparato Carnage come fosse teatro: una settimana di prove con i copioni in mano e poi l’appuntamento sul set per cinque settimane di ping pong tra i quattro protagonisti che dopo le prime infastidite formalità finiscono per dirsi di tutto, sia a coppie incrociate e sia marito e moglie, e quella che era una discussione civile per una ragazzata diventa l’occasione per la verità, disastrosa, dei loro matrimoni.

”Il mio finale era nero, ma Polanski l’ha voluto cambiare, ha voluto dare una speranza alle generazioni future – dice la Reza – così l’ultima scena vede i due ragazzi giocare di nuovo insieme”.

Superate le ansie di ritrovarsi su un set con una sceneggiatura che è una sfida di recitazione, il quartetto si è divertito. In una scena cult c’è la Winslet che vomita nel salotto di Foster/Reilly. ”La ricetta del vomito – racconta – è di Roman, avanzi del cestino di produzione e banane schiacciate, ho dovuto tenere questa roba in bocca e poi ricordarmi delle nausee in gravidanza. Alla fine della scena eravamo a testa in giù per le risate”. A pulire la schifezza ”siamo stati noi però, il lavoro sporco – scherza John C. Reilly – l’abbiamo fatto io e Jodie a ripulire nella scena successiva”.

Il giorno del vomito, la Winslet lo chiama così, è stato ”un momento di follia per tutti, ci sentivamo puzzare i vestiti e i capelli. Questi personaggi stavano affrontando esperienze tragiche, ma il risultato è stato comico e credo che questo volesse Polanski”.

Il regista a Venezia non c’è, ma si trova a Parigi, al riparo di eventuali altri guai giudiziari, come quelli che l’hanno portato in carcere nel 2009 in Svizzera su un mandato di cattura della giustizia americana per il processo sulla violenza sessuale in America nel 1978 per cui è stato condannato in contumacia.

 

 

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