Gli immigrati francesi hanno deciso di scioperare il prossimo primo marzo per chiedere maggior rispetto. Il nome scelto per l’iniziativa che vedrà per la prima volta gli immigrati d’oltralpe astenersi dal lavoro e dai consumi è “24 heures sans nous”.
«L’idea ci è venuta dagli Stati Uniti – spiega Nadir Dendouane uno dei portavoce del comitato organizzatore – nel maggio 2006 un gruppo di ispanici organizzò una protesta analoga. Volevano contestare un progetto di legge che intendeva criminalizzare l’immigrazione clandestina. Hanno detto: ok, ci considerate dei criminali, però senza di noi, questo paese non funziona. Noi ci siamo ispirati a questa giornata durante la quale non sono andati a lavorare, e neanche a consumare, sono rimasti a casa. Ecco: una giornata morta. Tutti quelli che si sentono o sono considerati immigrati, anche se come me sono nati in Francia – e sono in tanti questi francesi che vengono considerati male da un’altra gran parte della popolazione, insieme a tutti quelli che si sentono solidali e coscienti del loro contributo si mobilitino. Il nostro collettivo raduna tutti, bianchi, neri, magrebini, uniti nel rifiuto di essere un capro espiatorio. Settanta anni fa eravate voi italiani a ricevere in faccia del “sale rital”. Oggi è il nero o l’arabo. Ci siamo stufati. Sarà una giornata della dignità».
La giornata scelta è il primo marzo che coincide con «l’anniversario dell’entrata in vigore, nel 2005, del “codice per l’ingresso e il diritto di asilo”, detto codice degli stranieri» spiega Dendouane, che aggiunge: «Quelli che hanno un lavoro non andranno a lavorare quelli senza si asterranno dal consumare. Picchiamo dove fa male per sottolineare con forza l’importanza dell’immigrazione. Fino a quando uno paga le tasse e riceve il rispetto dalla République, non vedo cosa si dovrebbe fare di più. Se devo anche schiarirmi la pelle o cantare la Marsigliese per essere più francese, non ci sto! Noi partecipiamo alla vita economica e per me è anche questo essere francese. Io che ho la pelle scura, se mi metto a criticare la Francia, diventa un problema d’integrazione. Invece il bianco può dire tutto quello che gli pare, nessuno gli dirà mai nulla. Questa è la differenza».
Insomma il prossimo marzo in Francia ci sarà una giornata in cui i francesi si accorgeranno cosa vuol dire non avere immigrati. Addio per un giorno alle bambinaia che tiene a bada i figli raccontando loro le storie dell’Africa o delle Antille, senza la domestica, senza gli spazzini che portano via l’immondizia, senza i manovali, senza i lavapiatti nei ristoranti, senza i fattorini, gli uomini della sicurezza. E ancora: senza immigrati nei McDonalds, nei cinema, nei supermercati, con i posti vuoti, gli incassi ridotti. «Perché anche noi consumiamo e mettiamo in movimento l’economia» dice Dendouane.
Sicuramente non sarà paralisi ma poco ci vorrà. L’iniziativa è originale e potenzialmente micidiale e polemizza anche con le dichiarazioni del presidente Sarkozy, che parla apertamente di rilancio dell’identità francese e con quelle del ministro per l’Immigrazione Besson che invita i cittadini ad andare in prefettura per dichiararsi orgogliosamente francesi.
Il film a cui si sono ispirati gli immigrati francese è “Day without a mexican” del 1988 girato dal regista messicano Sergio Arau che nel 1994 è sbarcato anche negli Stati uniti non ricevendo però l’accoglienza entusiastica avuta in Messico. Ma in tutti questi anni qualciosa sembra essere cambiata in California: a Los Angeles infatti, il primo cittadino si chiama Antonio Villaraigosa.
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