Nymphomaniac vol. 2 “Dove si accende il sesso, muore la ragione”

Nymphomaniac vol. 2 "Dove si accende il sesso, muore la ragione"
Nymphomaniac vol. 2 “Dove si accende il sesso, muore la ragione”

ROMA – La ragione ultima del sesso non c’è, perché ragione e sesso sono estranei l’uno all’altra. La lezione di vita è racchiusa in un dialogo, a tratti sadico, di Nymphomaniac vol. 2. Lars Von Trier mette in scena due protagonisti destinati a non comprendersi: la ninfomane Joe (Charlotte Gainsbourg) e il vecchio scapolo Seligman (Stellan Skarsgard). Una ha dalla sua la vita e l’altro solo il suo racconto mediato dalla cultura e dalla ragione. E dove si accende il sesso muore la ragione. Mentre lei parla di sodomia, vissuta davvero, lui sublima e trascende sul significato simbolico e storico della pratica.

In questa seconda puntata del viaggio nel sesso di una ninfomane, nelle sale cinematografiche dal 24 aprile distribuito da Good Films, Joe prosegue nella sua personale ricerca di Dio. Ma questa volta deve affrontare altre stazioni, altre tappe. Intanto il suo rapporto con il marito Jerome (Shia LaBeouf) con cui ha avuto anche un figlio è in crisi, nonostante Joe lo accontenti in tutto: anche quando seduta ad un tavolo di un bar molto frequentato, si infila un set completo di cucchiaini da cocktail nella vagina. Il fatto è che Jerome deve prendere atto che non può soddisfare la moglie sessualmente (“Non si può pensare di sfamare una tigre” le dice) e così, non senza sofferenza, la offre ad altri uomini.

Ma anche le esperienze multiple non servono. I due uomini di colore che campeggiano in molti manifesti non possono nulla: prevale in loro, sulle misure extralarge, la dialettica. E così, nonostante la sua totale libertà, la ninfomane scopre a un certo punto di non provare più nulla. La sua vagina è ormai morta. Non le resta che il masochismo più bieco. Quello che le fa provare un anonimo e professionale giovane, abile nel bondage e teorico della frusta.

Ma non finisce qui. Joe scopre, come lo stesso von Trier sottotitola nel film, che la Chiesa d’Occidente è quella della sofferenza.

“Se faceste un viaggio mentale da Roma verso Est, scoprireste che ci si allontana dal senso di colpa e dal dolore e si procede verso la luce e la gioia”.

Quello che Joe impara è che dolore e piacere sono molto più vicini di quanto si potrebbe immaginare. Ma il suo calvario non è ancora finito. Nell’ultima parte del film diventa perfino una criminale, cimentandosi in un originale recupero crediti grazie alla sua infinita esperienza erotica. L’ultimo passo del suo cammino, quello finale, sarà l’astinenza. Sembra quello decisivo, ma il finale resta aperto. Nel cast anche Stacy Martin (Joe da giovane), Uma Thurman, Willem Dafoe e Christian Slater. 

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