CITTA’ DEL VATICANO – Papa Francesco ha fatto arrestare in Vaticano un arcivescovo accusato di pedofilia, Jozef Wesolowski. Il prelato di origine polacca è stato nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana: è stato arrestato in Vaticano martedì pomeriggio e condotto in una cella della Gendarmeria prima che gli venissero dati i domiciliari per motivi di salute.
Papa Francesco ha autorizzato indagine e arresto. E’ la prima volta nel Vaticano che un religioso di quel grado è arrestato per pedofilia. Wesolowski a quanto pare avrebbe abusato di alcuni bambini di strada mentre si trovava nella Repubblica Dominicana.
Nel giugno scorso, al termine del primo grado di giudizio del processo canonico, era stato condannato dalla Congregazione per la Dottrina della fede alla dimissione dallo stato clericale.
Segnale di una mutata sensibilità in Vaticano su questi argomenti è il fatto che il portavoce vaticano Federico Lombardi ha subito confermato la vicenda con una nota piuttosto dettagliata:
“L’iniziativa assunta dagli organi giudiziari dello Stato è conseguente alla volontà espressa del Papa, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede”.
“Oggi – ha spiegato in una nota il portavoce vaticano – il Promotore di Giustizia del Tribunale di prima istanza dello Stato della Città del Vaticano ha convocato l’ex nunzio Mons. Wesolowski, a carico del quale aveva avviato un’indagine penale”.
“Al prelato, già condannato in prima istanza dalla Congregazione della Dottrina della Fede alla riduzione allo stato laicale al termine di un processo amministrativo penale canonico, sono stati notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico per gravi fatti di abuso a danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana. La gravità degli addebiti ha indotto l’Ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che, alla luce della situazione sanitaria dell’imputato, comprovata dalla documentazione medica, consiste negli arresti domiciliari, con le correlate limitazioni, in locali all’interno dello Stato della Città del Vaticano”, prosegue padre Lombardi.
“L’iniziativa assunta dagli organi giudiziari dello Stato è conseguente alla volontà espressa del Papa, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede”, ha concluso padre Lombardi.