LONDRA – Si chiama Paul ed è una statua-caricabatterie. Un mezzo busto a grandezza naturale, tutto in candido silicone e con un paio di particolarità: sul davanti al posto del pene c’è una slot usb, dal lato posteriore invece spunta il filo con apposita presa da attaccare alla corrente.
Un mix di sesso e arte in salsa hi-tech, frutto del genio (o della perversione, a seconda dei gusti) del designer messicano Justin Crowe. Questa la sua motivazione artistica:
“I social netwok sono giunti all’età digitale della pubertà: problematica, emotiva, decadente. Paul è un pezzo di sarcasmo che esplora il modo in cui la tecnologia coinvolge la sessualità umana. L’unione fra robot e umani diventa sempre più una realtà e mi chiedevo come potessero iniziare ad integrarsi. Ecco il primo passo. Non volevo che la mia tecnologia rappresentasse semplicemente la mia sessualità. Volevo che la mia tecnologia fosse letteralmente sexy“
Al momento Paul è solo un prototipo molto sexy ma su Kickstarter è già partita la raccolta fondi per realizzare i suoi “gemelli”. Se volete contribuire cliccate qui.