Le “ragazze-doccia”: sesso nei bagni di scuola, ai compagni chiedono regali

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2013 - 08:40 OLTRE 6 MESI FA

ragazza-liceoMILANO – Cosa può desiderare in più, oltre a quello che già ha, una liceale di un istituto privato milanese? Cosa ci può essere di così desiderabile da far ritenere la prostituzione un giusto prezzo, una valida merce di scambio? Dopo l’allarme delle baby squillo dei Parioli, non vittime-adolescenti di giochi adulti, ma consenzienti e protagoniste della prostituzione di se stesse, il fenomeno delle ragazzine in vendita si allarga. Il professor Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, ha scoperto il caso delle “ragazze-doccia“. Liceali-bene di Milano, tra i 14 e i 16 anni, offrono ai compagni prestazioni sessuali in cambio di “cose”, ovvero soldi, ricariche, oggetti vari e desiderabili. Ecco cosa dice il professore al Corriere della Sera:

Abbiamo individuato per ora otto ragazze ma ci risulta che il fenomeno sia molto più esteso – spiega – Le chiamano ragazze-doccia perché così come ci si fa la doccia tutti i giorni, loro quotidianamente fanno sesso. I maschietti–clienti vengono scelti in base a ciò che possono dare in cambio alle ragazze. Durante le lezioni delle prime ore sui telefonini gira il menù con prestazioni, richieste e orari per gli appuntamenti nei bagni, dove avvengono i rapporti sessuali. Le ragazze offrono le loro prestazioni anche a più persone. Per loro è una specie di gioco, un gioco molto pericoloso nel quale pensano di dominare e irretire i loro clienti. Finora abbiamo accertato i otto casi, sette di ragazze di “famiglia bene” del centro di Milano e una invece proveniente dalla periferia. Le scuole coinvolte nel “giro” sono prevalentemente istituti privati. Nessuna di queste minorenni ha parlato subito e liberamente della cosa. La confessione è arrivata sempre all’interno di un percorso di assistenza relativo ad altri tipi di problematiche come la droga o il bullismo

L’impressione è che non si tratti di casi isolati o di degrado, ma che si sia davanti a una sorta di “mutazione antropologica“. Se fino a ieri il sesso vissuto come gioco, atto di dominio sull’altro, era prerogativa maschile, oggi siamo davanti a ragazzine che allo stesso modo vivono il sesso svincolato dai sentimenti. Sesso come mezzo, come gratificazione, come dominazione. Non certo una bella parabola dell’emancipazione, considerando alcuni, pesanti, rischi evidenziati dal professor Bernardo:

Non posso pensare che in questi ambienti non girino anche soldi. Inoltre sembra che ora ci siano dei ragazzi, dai diciassette anni in su che fanno da procacciatori di clienti e il timore è che nel giro, già molto preoccupante, stiano entrando anche dei clienti adulti