Ricatto su Facebook. Lei: Ti voglio nudo. E registra il video…

Ricatto su Facebook. Lei: Ti voglio nudo. E registra il video...
Ricatto su Facebook. Lei: Ti voglio nudo. E registra il video…

ROMA – Lei ti chiede l’amicizia su Facebook. E’ una bella ragazza, è chiaramente maggiorenne. Tu accetti. Iniziate a chattare e dopo un po’ la conversazione si sposta su temi sessuali. Il ricatto comincia così, e finisce malissimo per l’incauto che si fa adescare. Lei, infatti, si spoglia nuda. E poi ti chiede di fare altrettanto. Quello che ancora non sai, in quel momento, è che lei ha già scaricato la lista completa dei tuoi parenti. E che sta filmando tutto con una web cam. A quel punto arriva il ricatto: paga o mando il video a tutti i tuoi parenti.

Su Facebook, racconta il Corriere della Sera in un’inchiesta firmata da Gabriele Camelo con la collaborazione di Antonio Crispino, ci cadono in tanti. E quasi tutti preferiscono pagare.
Un ricatto bello e buono. Il consiglio della polizia postale è ovviamente di non pagare: ricatto chiama ricatto e nulla garantisce che a una prima richiesta di denaro non ne seguiranno altre.

Il problema, spiega il Corriere, è rintracciare chi ricatta:

la polizia italiana raccoglie la denuncia e la passa alla polizia marocchina: a quanto pare è facile che la cosa non abbia conseguenze e che i truffatori rimangano impuniti. Sembra poi che le ragazze non siano da sole, ma che qualcuno collabori con loro: in alcuni casi le fasi di minaccia sono state gestite da persone che si identificavano come uomini; probabilmente c’è una piccola organizzazione dietro. Se uno non paga (in media vengono chiesti dai 300 ai 500 euro), la minaccia continua: fino a telefonate sul proprio cellulare (sempre preso da Facebook) e a messaggi intimidatori anche sui profili dei propri amici. In rari casi, il video viene reso pubblico ed inviato ad alcuni dei propri contatti. In altri casi, il truffatore indispettito crea un sito web con un dominio col nome e cognome del truffato e ci carica il video.

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