ROMA – Le botte, il tentativo di stupro e infine il volo dalla finestra come disperata ricerca della libertà. E’ durato più di un’ora l’incubo di una giovane prostituta rumena. La donna è stata picchiata violentemente in un tentativo di stupro, segregata all’interno di un padiglione in disuso dell’ospedale Forlanini di Roma e rapinata da un branco di sei connazionali, tra cui due donne. E per sfuggire alla brutalità dei suoi aggressori si è lanciata dal secondo piano di uno stabile in disuso, quello dell’ospedale Forlanini di Roma.
A vivere l’orrore è stata una giovane prostituta romena di 19 anni, da poco tempo in Italia, nella notte tra il 24 e il 25 maggio. La polizia ha fermato tre dei presunti responsabili, tra cui l’adescatore, mentre gli altri sono ancora ricercati. Si tratta di romeni tra 20 e i 34 anni anni, senza fissa dimora e con piccoli precedenti alle spalle, che spesso dormivano negli edifici abbandonati del nosocomio.
Le accuse sono sequestro di persona, rapina aggravata, lesioni, omissione di soccorso e violenza sessuale. Probabilmente quella notte la ragazza ha pensato che sarebbe stato meglio morire piuttosto che continuare a farsi massacrare di botte quando, approfittando di un attimo di distrazione dei suoi aguzzini, ha spalancato la finestra al secondo piano dell’edificio e si è lanciata nel vuoto. Nella caduta ha riportato numerose fratture e ha rischiato di rimanere paralizzata. A chiamare agonizzante la polizia è stata proprio lei quando gli aggressori si erano ormai allontanati, portandole via solo uno dei cellulari in suo possesso e nascondendola in un cespuglio. Dalla cella telefonica gli agenti del Commissariato Monteverde, diretti da Antonio Roberti, sono riusciti a localizzarla e a soccorrerla. Alla polizia ha raccontato di essere stata avvicinata da un uomo in viale Marconi che si è finto cliente. Per convincerla a fidarsi gli ha dato anche 150 euro. Poi però l’ha portata in taxi nei pressi dell’area dell’azienda ospedaliera e l’ha costretta, prendendola a calci e pugni, a entrare nel padiglione abbandonato.
A quel punto, insieme ai complici, sono iniziate le violenze: la giovane è stata presa a calci e pugni e trascinata per i capelli fino al secondo piano. Poi hanno tentato lo stupro. A partecipare anche le compagne di due degli aggressori. Tramite gli identikit forniti dalla vittima, gli investigatori hanno creato una sorta di album dei possibili autori cercando tra le foto segnaletiche di stranieri che gravitano abitualmente intorno al Forlanini e la ragazza ha così riconosciuto i sei responsabili.
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