Roma, falsi agenti rapinano prostitute: finti distintivi, anche ex carabiniere

Roma, falsi agenti rapinano prostitute: finti distintivi, anche ex carabiniere
Roma, falsi agenti rapinano prostitute: finti distintivi, anche ex carabiniere

ROMA – Si fingevano agenti, con tanti di falsi distintivi e pistole giocattolo, facevano irruzione nelle case delle prostitute e le rapinavano. Questi i blitz messi a punto a Roma dalla banda di Forlì, di cui fa parte anche un ex carabiniere, Luigi Basile di 51 anni.

Marco De Risi sul Messaggero scrive:

“Una falsa perquisizione per un sequestro a scopo di rapina. E’ quello messo a segno da quattro banditi fra i quali c’è un ex carabiniere; uno pratico, quindi, a simulare una finta operazione delle forze dell’ordine. Veloci, con le armi in pugno, le manette, i criminali, domenica sera, hanno fatto irruzione in un appartamento in via dell’Aquila Reale, una traversa della Casilina fra l’ospedale e il Gran Raccordo Anulare. Il gruppo ha bloccato una prostituta cinese e il cliente. Quindi, ha preso migliaia di euro in contanti e poi sarebbe fuggito se, questa volta, non fosse intervenuta la polizia”.

Su un taccuino la banda di Forlì segnava gli indirizzi delle prostitute cinesi che ricevono in casa i propri clienti:

“Un facile obiettivo, secondo gli inquirenti, per la ”paranza” di Forlì che avrebbe agito a colpo sicuro contando anche sull’omertà che avvolge l’ambiente della prostituzione. Un silenzio reso ancora più impermeabile per quel che riguarda le ”lucciole” orientali che in nessun modo si rivolgono alle forze dell’ordine”.

Poi domenica 27 luglio, dopo una serie di controlli, i 4 sono stati individuati:

“Ed è stato proprio un equipaggio del 113, domenica verso le 19, a insospettirsi per la presenza di quattro persone a bordo di una Golf nera. La macchina, in un primo momento, è stata persa dagli investigatori che, subito si sono messi alla ricerca del veicolo sospetto. Gli agenti l’hanno trovato poco dopo parcheggiato lungo via dell’Aquila Reale. Questione di minuti e i poliziotti prima hanno bloccato il ”palo” e poi hanno messo le manette agli altri tre rapinatori che avevano in tasca il bottino. La prostituta cinese era stata immobilizzata e il cliente chiuso a chiave nel bagno”.

I rapinatori erano dotati di false placche dei carabinieri, manette e anche una pistola giocattolo:

“ma identica ad un’arma vera, cellulari con la scheda intestata a nomi fittizi, radioline trasmittenti. Dopo essere stati interrogati negli uffici del commissariato Casilino, il magistrato di turno ne ha disposto la traduzione in carcere per i reati di sequestro di persona, rapina aggravata e possesso di falsi tesserini delle forze dell’ordine. Ora le indagini continuano a tamburo battente. Gli inquirenti, basandosi anche sugli appunti trovati in possesso dei criminali, sono convinti di accertare altri colpi messi a segno dalla banda. I quattro avrebbero colpito anche in altre regioni ed è per questo che collaborano all’inchiesta Questure di altre città”.

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