ROMA – Prostituzione, Roma potrebbe presto diventare come Amsterdam, con dei veri e propri quartieri a luci rosse. Si pensa all’Eur, all’altezza di viale dell’Oceano Pacifico, alla zona Garbatella-Cristoforo Colombo, vicino a piazza dei Navigatori, e al tratto di via Collatina in cui si trova l’Agenzia delle Entrate, poco prima del Gra. Niente case chiuse, ma appartamenti gestiti da cooperative dove le professioniste del sesso possano esercitare sotto uno stretto controllo medico-sanitario, che prevede l’obbligo di certificati di sana e robusta costituzione.
Per le “lucciole” potrebbe arrivare un tesserino anonimo, una matricola, l’iscrizione alla Camera di Commercio (per 12mila euro l’anno, seimila euro se si lavora part time) e guadagni denunciati al fisco, quindi tasse da pagare. Per un incasso, per il Comune, stimato in un miliardo di euro. E’ quanto prevede il disegno di legge presentato dalla senatrice Pd Maria Spilabotte, che ha avuto un sostegno bipartisan, da Alessandra Mussolini di Forza Italia ad esponenti del Movimento 5 stelle.
Il giro d’affari della prostituzione in Italia è di 10 miliardi di euro l’anno, di cui due e mezzo solo a Roma. Certo, il tema è delicato. Uno dei timori più diffusi è la ghettizzazione delle zone a luci rosse. Per questo controlli e vigilanza devono essere capillari. L’iter del ddl, comunque, è ancora lungo. Il progetto Spilabotte è all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia e probabilmente dovrà passare anche l’esame delle commissioni Bilancio e Lavoro. Intanto ha avuto il sì del sindaco Ignazio Marino. Contraria, invece, Sveva Belviso, vicesindaco nella giunta Alemanno e attuale capogruppo Ncd in Campidoglio:
“Sono contraria ai quartieri a luci rosse perché sembrano degli zoo, ghettizzano le donne e rubano spazi ai cittadini, sono favorevole alle case chiuse, trasformando in reato la prostituzione in strada”.
Dietro il progetto resta la volontà di reprimere il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione gestito dalla criminalità organizzata che, sottolinea la relazione che accompagna il disegno di legge Spilabotte,
“predispone luoghi di abitazione, mezzi di locomozione, false documentazioni di identità, sottraendo a chi si prostituisce oltre il 70-80% del ricavato”.