Silvana De Mari ancora contro i gay: “Sodomia porta malattie. Per fortuna i Gey…”

Silvana De Mari a La Zanzara ancora contro i gay: "Sodomia porta malattie. Per fortuna i Gey..."
Silvana De Mari ancora contro i gay: “Sodomia porta malattie. Per fortuna i Gey…” (foto d’archivio Ansa)

ROMA – La dottoressa e scrittrice Silvana De Mari rincara la dose contro i gay, nonostante la recende condanna per diffamazione ai danni degli omosessuali e del movimento Lgbt. Intervistata a La Zanzara, su Radio 24, ha detto: “Si può abbandonare il comportamento gay. Come dimostrano molti ex gay. Ci vuole una volontà di acciaio, una roba da marines. Gli ex gay sono più numerosi dei gay”.

“Chi ha un comportamento gay per tutta la vita è il 2 per cento o poco meno della popolazione – continua la De Mari  e chi invece è stato gay per un periodo della vita è l’8 per cento della popolazione. Una società in cui l’uomo ama la donna e viceversa e mettono al mondo e amano dei bambini è una società più felice. I gay sono il 2 per cento ma sono il 50 per cento di nuovi casi di Aids e l’80 per cento di nuovi casi di sifilide. Per anni i medici che dicevano che c’era una correlazione tra fumo e cancro venivano denunciati e condannati. Succede lo stesso adesso sui gay. Che si ammalano più degli altri perché usano il tubo digerente per fare sesso, e non è portato per quelle attività”.

“Tutti gli ex gay – dice ancora – dichiarano di essere più felici da ex e molto più equilibrati. Non ho mai conosciuto un gay con un equilibrio pieno. C’è una grossa percentuale di omosessuali con un gran numero di partner, hanno 140 volte più degli altri il rischio di beccare l’Aids. C’è chi arriva ad avere 400 partner l’anno. Più di uno al giorno. Voi non avete mai visto morire una persona di Aids, io sì”.

Poi rivela: “Conosco molti gay, che si fanno chiamare Gey, e si rendono conto che il sesso anale è qualcosa di negativo. Il sesso serve per la riproduzione. Due maschi insieme si possono strofinare, sì, vabbè, essere contenti. Ma la sessualità non è questo. Con la sodomia invece vi beccate una malattia. E poi ci perdete qualcosa. Il sesso col diverso è più bello”.

Perché lei è contro il cambio di sesso?:  “Non si può cambiare sesso. Non è possibile. Sono un chirurgo e lo so. Il nostro sesso è inciso in tutte le nostre cellule. Gli intersessuali sono molto rari, sono quelli che non nascono con un sesso ben definito. I trans invece sono uomini o donne. Il corpo di Wladimiro Guadagno è un corpo sano, è un maschio sano con protesi mammarie. Lui ha avuto la grandissima saggezza di conservare pene e testicoli. La nostra mente nasce dal nostro corpo, non può essere in disaccordo. Se la mente non si adatta al corpo quella che dovrebbe essere aiutata è la mente. Ma cambiare il corpo significa aggredirlo, ci sono tantissime persone che si sono atrocemente pentite. E il compito della medicina è non nuocere”.

“L’intervento di cambio sesso – dice la De Mari – consiste nell’amputazione dei testicoli e dello scroto per fare una nuova vagina, ma la vagina non può essere imitata. E’ un buco che deve essere tenuto aperto. Sono persone che si odiano. Il corpo cercherà di cicatrizzare ogni giorno. La neovagina è una cavità che deve essere dilatata ogni giorno, deve essere tenuta aperta. Le persone che si sottopongono a questi interventi moltiplicano per 20 il rischio di suicidio. E dunque col denaro pubblico si fanno interventi che moltiplicano per 20 il rischio di suicidio e rendono malato un corpo sano. Il cosiddetto cambio di sesso non può essere fatto con soldi pubblici e anche la pubblicità in tv di queste cose non va fatta”.

“Adesso – prosegue – stanno convincendo i bambini a cambiare sesso. E’ un fiume di denaro, con i farmaci stanno cercando di bloccare la pubertà. Ci sono grandi interessi in ballo. Grazie a Real Time e altre trasmissioni si spiega ai bambini che possono diventare maschi o femmine. Oggi uno guarda la tv e può pensare di cambiare sesso”. Cosa sono i trans per lei?: “I trans hanno una mente che non riconosce il proprio sesso. Il problema è la mente. Come agire? Bisogna modificare la mente. Nel 90 per cento dei casi alla disforia di genere è associato un disturbo psichico, cioè un’altra patologia. Compresa la schizofrenia, nel dieci per cento dei casi. Da queste cose si può guarire. Un uomo che vuole diventare donna deve essere seguito anche da un neuropsichiatra. Non possiamo far cambiare sesso a uno che ha problemi di altro tipo, altrimenti facciamo altri danni”.

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