Siria, i cadaveri dei cristiani crocifissi simbolicamente da jihadisti – FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2014 - 12:56 OLTRE 6 MESI FA

DAMASCO – Li obbligano a scegliere tra l’abiura, un riscatto, o la morte. Quasi sempre il rapimento si conclude con un martirio e la crocifissione, simbolica, post mortem: perché vittime della persecuzione sono i cristiani in Siria. Autori delle atrocità sono i ribelli jihadisti nelle città e nei villaggi da loro occupati. Per loro piange papa Francesco che nell’omelia pronunciata a Santa Marta ha paragonato i cristiani siriani agli apostoli che furono fatti flagellare dal Sinedrio.

La Cnn pubblica alcune foto dei martirii compiuti a Raqqa, una delle città siriane teatro dello scempio. In altre foto apparse su Facebook si vedono uomini mascherati trascinare un corpo insanguinato su pubblica piazza per poi legarlo a una croce. In altre si vede la testa accasciata di un uomo crocifisso e il sangue sgorgare da una ferita d’arma da fuoco. In un’altra ancora, un cartello legato attorno al torace di una vittima, recita: “Quest’uomo ha combattuto i musulmani e fatto esplodere un ordigno artigianale qui”. In un’altra invece si vede una mano in procinto di essere tagliata, a mo’ di ghigliottina.

Lasciarli morire in croce come il figlio di Dio richiederebbe troppo tempo. Per questo li ammazzano brutalmente e poi simbolicamente espongono i cadaveri martoriati, legati ad una croce. Il massacro è andato avanti in silenzio per mesi. Dieci giorni fa il racconto di una suora di Madula a Radio Vaticana ha fatto inorridire il mondo.

[La visione delle foto è sconsigliata ad un pubblico sensibile]