ROMA – Violentata a 27 anni dai soldati marocchini, risarcita dallo Stato per i danni subiti…a 98 anni. E’ la storia processuale di Rosa ma è anche una pagina di storia della Liberazione poco conosciuta. Rosa è una donna ciociara ed è una delle poche ad aver ottenuto un risarcimento sebbene a quasi 100 anni.
Nel maggio del 1944 fu una delle migliaia di donne (e uomini, e bambini…) stuprate dai soldati nordafricani inquadrati nel corpo di spedizione francese in Italia. Erano i liberatori, coloro che respinsero, nelle campagne del Lazio e della bassa Toscana, i tedeschi. Ma erano spietati. Erano soldati efficienti e per questo ottennero dai generali francesi sostanziale libertà d’azione. Giusto per avere qualche numero di riferimento di quelle che passarono alla Storia come “marocchinate” nella seduta notturna della Camera del 7 aprile 1952 la deputata del PCI Maria Maddalena Rossi denunció che solo nella Provincia di Frosinone vi erano state 6.000 violenze da parte delle truppe “Magrebine” del generale Alphonse Juin.
“Sì, la mia assistita subì violenza carnale in quelle tragiche circostanze che sono passate alla storia con il nome di “marocchinate” “, dice oggi l’avvocato di Rosa che, dopo le violenze, subì una serie di interventi chirurgici.
La sua vicenda processuale è davvero lunga: nel 1992 le riconoscono la pensione di guerra di ottava categoria “per l’infermità ‘stato nevrosico’ contratta a seguito della violenza carnale subita in epoca bellica”. Ma i suoi avvocati chiedono, nello stesso anno, la liquidazione del danno non patrimoniale sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale del 1987. Affermava la Corte che “la violenza carnale comporta … la lesione di fondamentali valori di libertà e dignità̀ della persona … e la loro riparazione è doverosa”.
Tra domande, istanze e appelli la vicenda si trascina fino a oggi. La Corte dei Conti conferma l’indennizzo per danni morali e ora si dovrà ricalcolare la pensione della signora Rosa che passerà dall’ottava alla quarta categoria. Anche se a 98 anni, giustizia è fatta.