Stuprata a morte dal branco sul bus. L’autista: “Se stava buona si salvava”

Stuprata a morte dal branco sul bus. L'autista: "Se stava buona si salvava"
Stuprata a morte dal branco sul bus. L’autista: “Se stava buona si salvava”

NEW DELHI – “Se stava buona si salvava“. Così parla senza mostrare alcun pentimento Mukesh Singh, l’autista del bus di New Delhi a bordo del quale fu stuprata a morte, anche con una spranga di ferro, Nyrbhaya il 16 dicembre 2012. L’intervista shock all’uomo corresponsabile di quella barbarie è il cuore del documentario India’s Daughtersrealizzato dalla regista britannica Leslee Udwin e in onda il prossimo 8 marzo sulla Bbc. Un documentario che gli indiani non vedranno. Almeno non in tv perché le autorità locali ne hanno vietato la messa in onda ritenendolo lesivo della dignità delle donne ma anche dell’onore nazionale.

Quella sera di dicembre 2012 Nyrbhaya uscì di casa per andare al cinema e non vi fece più ritorno. Un branco di sei balordi la aggredì sull’autobus, protetti dall’autista, e poi lasciata in fin di vita. Morirà dopo 13 giorni di agonia, all’ospedale Mount Elizabeth di Singapore in seguito alle troppe emorragie interne. Singh si trova ora nel braccio della morte nel carcere di Tihar insieme agli altri responsabili di quella notte di orrori (tranne uno che è stato trovato morto in cella poco dopo i fatti).

Nelle 16 ore di intervista, racconta la regista, l’uomo parla senza rimorso e si mostra “stupito del fatto che su questa vicenda vi fosse così tanta agitazione”. Dopo aver ribadito che quando c’è uno stupro “la donna è sempre più colpevole di un uomo”, arriva a sostenere che “una ragazza per bene non dovrebbe mai andare in giro alle nove di sera“. E che “i lavori domestici ed il mantenimento della casa è quello che spetta alle ragazze, e non andare a zonzo nelle discoteche e nei pub di notte facendo cose sbagliate e vestendo indumenti sbagliati”.

Poi snocciola cifre in libertà: per lui “solo il 20% delle ragazze sono per bene”. E quindi, “la gente ha il diritto di impartire una lezione a quell’irriducibile 80%” di ragazze che vanno contro la morale corrente. “. La conclusione è ancor più aberrante: “Quando la stavamo violentando, non avrebbe dovuto reagire. Avrebbe dovuto stare calma e permettere lo stupro. Dopo sarebbe stata lasciata da qualche parte, e solo il suo accompagnatore sarebbe stato picchiato”.

 

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