Stupro Prati (Roma), i commenti su Fb: “Se non è negro è lei la tr…”

ROMA – “Se non è negro è lei la tro…“. La sintesi si deve a David Colangeli, giornalista e social media strategist, che su Facebook commenta così lo stupro avvenuto lunedì sera nel quartiere Prati di Roma. Trattasi ovviamente di osservazione sarcastica sui commenti apparsi in rete e in calce agli articoli che ne davano notizia. Un fiume di pareri indignati votati all’odio e alla becera semplificazione. Prima che si scoprisse la nazionalità del presunto stupratore della giovane 16enne i più avevano puntato il dito su rom, immigrati e clandestini. Ma quando è saltato fuori il nome di Giuseppe Franco, 31 anni, italianissimo, originario della provincia di Cosenza, un militare, un marinaio, alto e palestrato, la “colpa” si è spostata sulla ragazza. “Che ci faceva in giro a quell’ora della notte?”. “Dove erano quegli sciagurati dei suoi genitori…”. E così via, fino ai limiti dell’osceno: “Ma come se vestono a Prati, aaaahhh ste zozzette”. “Vedrai che mo la minigonna e le tette fuori non le porta più..”. Ma c’è anche chi suggerisce soluzioni a dir poco fantasiose: “Mandiamolo in India, al posto di Girone”.

A rigor di cronaca riportiamo qui la ricostruzione del presunto stupro sin qui fatta dagli investigatori. Gli uomini della Squadra Mobile hanno incrociato il racconto della vittima, delle due amiche e della madre di una di loro con i video delle telecamere della zona (piazzale Clodio, quartiere Prati, a due passi dalla procura). Poco lontano dal capolinea degli autobus, dove l’uomo si sarebbe presentato alle adolescenti come un falso poliziotto: qui hanno trovato legata la bicicletta con cui Franco si era mosso quella sera. Si sono appostati e la notte successiva hanno sorpreso un altro uomo, il fratello del fermato, che era andato a recuperare la bici. In casa di quest’ultimo – denunciato per favoreggiamento – era nascosto il marinaio. Nell’appartamento i poliziotti hanno trovato i pantaloncini che indossava la sera dello stupro, che erano stati lavati.

Lunedì notte il presunto stupratore sarebbe arrivato spacciandosi per un agente, avrebbe chiesto i documenti alle tre ragazze che tornavano da uno spettacolo di fuochi d’artificio a Castel Sant’Angelo e le avrebbe rimproverate perché stavano bevendo birra, seppur minorenni. Con la scusa di accertamenti in commissariato si sarebbe allontanato con una di loro – 16 anni, ospite a Roma delle amiche – l’avrebbe portata in un campo poco distante, in via Teulada, e avrebbe abusato di lei. Poi sarebbe tornato indietro con lei e alla vista della madre di una delle ragazze, chiamata dalla figlia, sarebbe scappato via inseguito inutilmente dal gruppetto. Quest’ultima fase è stata ripresa dalla telecamera di un negozio della zona.

Di seguito alcuni screenshot dei commenti apparsi su Facebook:

 

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