ATENE, 24 SET – E se Alba dorata facesse un colpo di Stato in Grecia? L’ipotesi non è fantapolitica, se lo chiede il settimanale To Vima e l’allarme è condiviso anche dai servizi segreti greci e israeliani, che hanno informato il governo Samaras.
È così che il ministro della Difesa Dimitris Avramopoulos, dopo un vertice con il ministro degli Interni Nikos Dendias ha deciso di cambiare i capi della polizia, “dimissionando” domenica 22 il coordinatore della sicurezza nazionale per il centro Grecia, il generale Yiannis Dikopoulos e il responsabile per l’area meridionale Apostolos Kaskanis. Altri otto alti ufficiali sono stati trasferiti.
Il problema è proprio la capacità di penetrazione che Chrysi Avghi (nome greco di Alba Dorata) ha all’interno delle forze dell’ordine. Proprio pochi giorni dopo l’uccisione del rapper Killah P., il trentaquattrenne Pavlos Fyssas, presunti militanti di Alba Dorata hanno affermato che all’interno della polizia vi sono simpatizzanti di estrema destra che proteggono la formazione filo-nazista. Ma questa non è una novità. La scorsa estate, sempre To Vima – sulla base di una seria analisi del voto – denunciò che sia nelle elezioni politiche dell’11 maggio sia nella seconda tornata del 19 giugno, più di un poliziotto greco su due (dal 45 al 59%) aveva votato per Alba Dorata.
A questo si aggiunge la struttura paramilitare di Chrysi Avghi sull’esempio delle “camicie brune” di hitleriana memoria – le “squadre d’assalto” create nel 1920 e che furono il primo braccio armato del partito nazista tedesco.
L’inquietante rivelazione è arrivata poco prima dell’annuncio delle dimissioni “per motivi personali” dei due alti gradi della polizia sunnominati (Dikopoulos e Kaskanis) in seguito a un’inchiesta su asserite connivenze con i neo-nazi, dopo le polemiche scatenate dall’omicidio del rapper antifascista Fyssas, ucciso martedì scorso proprio da un militante di Alba Dorata.
Un efferato fatto di sangue che, in base ad un sondaggio sulle preferenze di voto reso noto oggi, in una settimana ha fatto perdere 2,5 punti percentuali – dall’8,3% al 5,8% – alla formazione di estrema destra guidata da Nikos Michaloliakos (18 seggi in Parlamento alle ultime politiche), che rimane comunque il terzo partito del Paese.
A rivelare al settimanale To Vima l’esistenza di squadre organizzate è stato uno dei fondatori del partito secondo cui
“oggi come oggi Chrysi Avgì dispone di una struttura paramilitare vera e propria, costituita da circa 3.000 uomini disposti a tutto. Inoltre è dotata di circa 50 falangi con molti membri pronti a gettarsi negli scontri di piazza e altrettante squadre di sei membri ciascuna per compiere attacchi mirati che vengono condotti sotto la guida di tre persone del partito. Le squadre d’assalto – ha detto ancora l’uomo al giornale – hanno il compito di colpire gli immigrati e i nemici della nostra organizzazione”.
Ma c’è di più: i membri delle squadre d’assalto frequentano regolarmente campi di addestramento in località nascoste dove vengono istruiti da militari in servizio, rivelazione che ha indotto il ministro della Difesa Avramopoulos a chiedere l’apertura di un’inchiesta.
Ed ora la classe politica greca si chiede preoccupata come ha fatto a non accorgersi del pericolo rappresentato già pochi anni fa da quel gruppuscolo di neonazisti – imbevuti del mito della superiorità della razza ariana – che prendeva di mira gli immigrati. E persino ignorando i tanti allarmi lanciati da personalità della cultura e dai media circa l’insidia che Alba Dorata costituiva per la democrazia, consentendo al partito di crescere indisturbato e trasformarsi nell’organizzazione eversiva che è oggi.
In pochi anni quel piccolo gruppo è diventato la terza formazione politica della Grecia, passando dai 4.487 voti (0,07%) alle elezioni del 1996 alle 440.966 preferenze (6,97%) ricevute nelle consultazioni del maggio 2012. Nelle amministrative del 2010, Alba Dorata aveva registrato il primo successo elettorale e ottenuta la legittimazione con l’elezione del suo “Fuhrer”, Nikos Michaloliakos, alla poltrona di consigliere nel comune di Atene con oltre 10 mila voti. Nel frattempo le squadracce di Alba Dorata si infittivano e cominciavano ad aggredire, oltre agli immigrati, anche i militanti di sinistra come è avvenuto spesso negli ultimi mesi. E, alla fine, c’è scappato il morto, come è successo martedì 17.
Adesso il governo, preso dal panico, ha annunciato in fretta e furia la revisione di due articoli del Codice Penale per indurire le pene ed ha poi chiesto all’Areios Pagos, la Corte Suprema, l’attivazione di tutte le leggi già esistenti per far fronte alla violenza politica che esistono ma che sinora non sono mai state applicate.
Le ultime novità dal fronte delle indagini sono che il ministro dell’Ordine Pubblico greco Dendias ha inviato alla Corte Suprema un fascicolo supplementare contenente altre accuse di reato nei confronti di esponenti e simpatizzanti di Alba Dorata. Le accuse, che si aggiungono alla lista di 32 segnalazioni di reato già trasmesse la settimana scorsa al massimo tribunale del Paese, comprendono un’aggressione ai danni di iscritti al partito comunista (Kke) da parte di elementi di estrema destra e altri reati segnalati da Manolis Glezos, 90 anni, il leggendario partigiano che strappò la bandiera nazista dall’Acropoli nel 1941, oggi deputato del partito Syriza (sinistra radicale).
Mentre nei giorni scorsi la Corte Suprema ha cominciato l’audizione dei testimoni a carico di Alba Dorata, questo pomeriggio sono stati ascoltati alcuni parlamentari di diversi partiti. Intanto funzionari del dipartimento di disciplina interna della polizia – alla ricerca di eventuali prove di connivenza fra poliziotti e neo-nazisti – hanno oggi ispezionato i locali del commissariato di Nikaia, il sobborgo del Pireo dove martedì scorso Fyssas è stato ucciso con due coltellate al cuore da Giorgos Roupakias, un simpatizzante di Alba Dorata reo confesso.
Dal canto suo, parlando oggi alla Tv privata Skay, Christos Fotopoulos, capo della Federazione dei funzionari di polizia greci (Poasy), ha affermato che “negli ultimi tre anni ci sono stati molti casi in cui i nostri colleghi hanno dimostrato tolleranza verso le azioni violente commesse da membri di Alba Dorata”. Fotopoulos ha aggiunto che la sua organizzazione ha più volte denunciato questi casi ai superiori diretti e al ministero dell’Ordine Pubblico, senza ottenere reazioni di sorta.
Contesto nel quale preoccupano le parole usate da Ourania, la figlia del “fuhrer” Michaloliakos, in un appello (alle armi?) sul portale del partito:
“Chiedete a voi stessi – scrive rivolgendosi ai militanti – quanto siete disposti a sacrificare e quanto effettivamente avreste da perdere. Chiedete a voi stessi fin dove siete disposti ad andare. Sì, pochi sanno esattamente cosa voglio dire. Chiedetevi se si può perdere tutto, ma proprio tutto, per un’idea, la nostra idea. Basta chiedere a se stessi. Si può essere uno di noi, si può vivere solo per un’idea? Posso? Possiamo?”.
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