BRUXELLES – Angela Merkel apre alla Grecia ma chiude a Tsipras. La cancelliera tedesca è disposta a trattare dopo il referendum e il voto del popolo greco, ma non vuole più dare credito al suo governo. In attesa del referendum (a proposito, la domanda ancora non è stata formulata, ma dovrebbe essere su per giù “Dobbiamo accettare la proposta della Troika?”), il fronte del sì (Unione Europea in testa) invita i greci ad appoggiare la soluzione Ue-Bce-Fmi, offrendo in cambio una sorta di ricompensa: “Siamo disposti a trattare”. Ma in tal caso il popolo greco screditerebbe il governo eletto pochi mesi fa. Governo che (eletto proprio per la sua ostilità alla politica di austerity), ha già invitato i cittadini a votare “no”. In pratica la Grecia dovrebbe offrire la testa del suo premier per avere una speranza di salvezza.
Intanto la Grecia non dovrebbe versare la prossima tranche di debiti all’Fmi, che scade il 3o giugno. Scrive il Wall Street Journal: la Grecia conferma che ”non sarà in grado di restituire al Fmi 1,73 miliardi di dollari che deve entro martedì dopo la decisione di indire un referendum”. Il Wall Street Journal sottolinea che in questo modo la Grecia farà default col Fondo Monetario Internazionale.
La Merkel ha detto: “Se dopo il referendum il governo greco chiedesse di trattare non rifiuteremo le trattative”. Mentre invece ha usato toni duri con il duo Tsipras-Varoufakis: “Dobbiamo constatare che una volontà per un compromesso del genere non c’era. Per questo è stato indetto il referendum”.
Da parte sua il presidente della Commisione Europea, Jean-Claude Juncker, ha detto: “Devo chiarire alcuni punti del piano proposto dalle istituzioni: non ci sono tagli alle retribuzioni, nessuno deve dare impressione che ce ne siano, non era un’opzione mai messa sul tavolo, e nessun taglio alle pensioni, abbiamo proposto solo di modernizzare la griglia salariale del pubblico”.