Biciclette a stormi sulle strade inglesi. È l’ultima trovata di Boris Johnson, primo ministro britannico, alla ricerca di facili consensi.
Biciclette come antidoto all’obesità, è la chiave escogitata da Johnson o dai suoi consulenti d’immagine. Con questo mantra, riferisce Giampaolo Scacchi, Boris Johnson, in calo nei sondaggi, ha promesso di stanziare 2 miliardi di sterline per finanziare lo sviluppo delle bici elettriche. Il che già da solo è ridicolo. Ma due miliardi sono una cosa seria, se non altro per la quantità.
Come andrà a finire? L’idea di Johnson non è di finanziare delle semplici biciclette spinte da semplici pedali. Ma di finanziare le biciclette a motore. Le bici normali vanno bene per gente in forma, magra e in età non avanzata. Le bici elettriche sono in pratica dei motorini cammuffati. Ideali per chi è sovrappeso e non ha molta propensione alla fatica. Pedalare va bene, ma in pianura o in discesa.
Inglesi antesignani dei motorini
Mezzo secolo fa e più, quando ancora la Piaggio non aveva lanciato il suo Ciao e i giapponesi ancora non avevano capito il potenziale di questo mezzo, gli inglesi ne furono antesignani. Erano in pochi, in Italia, a averne uno. Era il padre dei motorini, si chiamava Solex. Ancora si trova disponibile on line.
Ma è una buona idea?Biciclette sulle strade di campagna si può accettare. Anche se i rischi di morte per chi sbuca d’improvviso sulle strade principali sono fatti comprovati. Nelle grandi città, è una follia. A Londra, i pochi temerari ciclisti sono costretti a una disciplina quasi militare sulle strade del centro.
Ma si tratta di una buona trovata elettorale? L’esempio italiano lo dimostra. Sembra una facile demagogia a buon mercato.
Ma se guardiamo alla fine ingloriosa di due recenti sindaci di Roma che hanno provato a cavalcare le biciclette, Ignazio Marino e Gianni Alemanno, c’è da dubitare che si tratti di una buona idea. I ciclisti sono una genia particolare, prepotenti e ingrati. Non hanno portato voti ma hanno stabilmente invaso i marciapiedi. Aprendo così la strada a una minaccia ancor più esacrabile, i monopattini.
Johnson investe 2 miliardi di sterline
Invece, anticipa il Mail on line, Johnson è deciso. “E’ ora di cambiare marcia” annuncia Boris Johnson e il governo britannico finanzierà con 2 miliardi di sterline gli spostamenti in bicicletta elettrica degli inglesi.
L’iniziativa è mirata a favorire una massiccia diffusione del ciclismo anche come parte del programma antiobesità.
Le e-bike o biciclette a pedalata assistita, sono come normali biciclette ma hanno un piccolo motore solitamente nascosto nel telaio per agevolare i percorsi in salita o quelli più lunghi.
I ministri sperano che il programma aiuti chi è meno in forma o più anziano a tornare sul sellino.
Per invogliare a praticare più esercizio fisico o mollare l’auto, il governo prevede di rimborsare un terzo del costo del nuovo mezzo.
La bici elettrica prescritta dal medico di famiglia
Ai medici di famiglia verrà data la possibilità di prescrivere la bicicletta per praticare esercizio fisico, soprattutto ai pazienti obesi, e a tutti i britannici verrà offerto un addestramento gratuito su come guidare correttamente la bici.
Altre misure includono il potenziamento del codice stradale, il miglioramento della tutela giuridica, l’aumento degli standard di sicurezza dei camion e la collaborazione con la polizia e i rivenditori per far far fronte ai furti di biciclette.
Nella strategia di promozione dell’iniziativa rientrano anche i voucher da 50 sterline per le riparazioni della bici nonché una notevole espansione delle piste ciclabili.
Nelle stazioni di treni e autobus saranno installate delle strutture per poter parcheggiare le biciclette in modo sicuro.
Secondo quanto riportato dal Times, si potrà continuare a usufruire del collaudato programma Cycle to Work, che per recarsi al lavoro offre ai dipendenti uno sconto per l’acquisto di una nuova bici.
Johnson ha sottolineato:”Il ciclismo e camminare a piedi svolgono un ruolo importante in alcune delle sfide sanitarie e ambientali che stiamo affrontando.
“Aiutano le persone a mantenersi in forma e in salute – riducendo il rischio di malattie – a migliorare la qualità dell’aria e del traffico.
“Ma sono necessarie le giuste infrastrutture, la formazione e il supporto così che le persone si spostino su due ruote in sicurezza”.