Boris Johnson sotto attacco per l’arredamento da 100 mila euro, la vittoria sul covid lo salverà dallo scandalo?

Boris Johnson al centro di uno scandalo per la ritrutturazione del suo appartamento privato in  Downing Street a Londra, sede dell’ufficio del primo ministro britannico. Nel mirino, informa Giampaolo Scacchi, non c’è solo lui, il vincitore della battaglia del covid, redivivo Churchill. Il che rende improbabile che gli attacchi sortiscano qualche effetto. Ma anche la sua odiatissima fidanzata Carrie Symonds. La giovane donna è vista come una potentissima eminenza grigia, capace di fare e disfare le massime cariche se non del Governo certo dell’ufficio del premier.

Se emergerà che Boris Johnson non ha registrato il contributo di circa 66.700 euro da parte del partito conservatore rischia di essere sospeso dalla Camera dei Comuni.

Secondo quanto riportato dai giornali, il partito avrebbe approvato il pagamento per saldare il conto della ristrutturazione, tra i timori che la spesa della fidanzata di Boris Johnson, Carrie Symonds, fosse “fuori controllo”.

Tuttavia, il governo ha insistito sul fatto che il premier ha finanziato lui stesso la ristrutturazione. Downing Street ha rifiutato di smentire le notizie secondo cui Johnson si è assicurato un prestito da un donatore Tory – che si ritiene sia il finanziere Lord Brownlow – per pagare l’arredamento.

In una mail inviata a ottobre al presidente del partito Ben Elliot, Lord Brownlow ha scritto di aver dato 66.700 euro per coprire i pagamenti e che la donazione doveva essere attribuita al “Downing Street Trust” di prossima costituzione.

Una seconda e-mail ha mostrato che il multimilionario, un ex poliziotto diventato imprenditore, lo scorso giugno era stato invitato personalmente da Johnson a gestire il trust.

Il trust proposto era presumibilmente mirato a preservare l’intero immobile di Downing Street, ma non esisteva al momento della donazione e tuttora non c’è.

In un rapporto nella primavera del 2019 – poco prima che Johnson diventasse Primo ministro – la commissione multipartitica aveva dichiarato:”Se in futuro appureremo che Johnson ha commesso ulteriori violazioni delle norme sulla registrazione, la questione potrebbe richiedere una sanzione più grave”.

Boris Johnson rischia gr0ss0

Oltre alle scuse, le potenziali sanzioni potrebbero includere la sospensione dalla Camera dei Comuni.
Fonti di Whitehall hanno riferito al Mail che Johnson potrebbe essere costretto a dichiarare pubblicamente come è stata finanziata la costosa ristrutturazione.

Sembra che Symonds fosse ansiosa di sbarazzarsi dei “mobili da incubo di John Lewis” (mega negozio di arredamento e casalinghi santuario della buona borghesia, ereditati da Theresa May.

E ciò l’avrebbe portata a trasformare l’arredamento, decisamente costoso, con l’aiuto della ecodesigner di interni Lulu Lytle. Il cui lavoro include mobili in rattan, carta da parati dorata e rifiniture in ferro battuto.

Lo stesso Johnson sembra fosse entrato in allarme e agli assistenti aveva detto infuriato:”Il costo è totalmente fuori controllo: sta comprando carta da parati dorata!”.

Non è chiaro se si tratti della classica esagerazione di Johnson o se la carta da parati sia davvero dorata.

Ma in realtà Lulu Lytle – la cui società Soane Britain è stata commissionata da Symonds – vende carta da parati “Yellow Gold” e “Old Gold”.

Quando gli assistenti hanno chiesto a Johnson quanto costava, ha risposto: “Decine e decine di migliaia di sterline, non posso permettermelo”.

L’ufficio di Gabinetto, incaricato della manutenzione dell’edificio di Downing Street, a Johnson aveva detto che per la ristrutturazione dell’appartamento c’era un’indennità annua di circa 34.500 euro finanziata con fondi pubblici.

Ma Johnson avrebbe dovuto pagare il resto: 66.700 euro.
Nonostante lo stipendio di 150.000 sterline lorde all’anno – circa 173.000 euro –  come primo ministro, sembra che abbia difficoltà ad arrivare a fine mese. Sia per la perdita stimata delle 250.000 sterline l’anno che guadagnava come giornalista, sia per il costoso divorzio dall’ex moglie Marina.  

A rendere più complicata la posizione del primo ministro c’è il fatto che il ministro del Tesoro, Rishi Sunak ha invece pagato di tesca propria la ristrutturazione del suo alloggio di servizio. E che Johnson no è stato finora in grado di chiarire chi abbia pagato la vacanza, con la Symonds, a Mustique, isola molto esclusiva nei Caraibi, vacanza valutata in quasi 20 mila euro.

 

 

 

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