MILANO – I mercati avvertono l’Europa: tutti i listini hanno subito un tonfo, l’Euro è sceso ai minimi dal 2010, proprio mentre a Bruxelles andava in scena, ancora una volta, l’indecisione dell’Eurogruppo sulla crescita: Germania contro tutti e gli altri, tutti, a favore degli eurobond e del concetto “più spesa pubblica per crescere”. E proprio mentre a Bruxelles si è diffusa la notizia che nel corso di una teleconferenza lunedì 21 maggio i leader europei hanno concordato di preparare piani per valutare il potenziale impatto dell’uscita di Atene. Il ministero delle Finanze greco ha smentito ”categoricamente” ma il rischio della “Grexit” è sempre più concreto e vicino. Gli ultimi nodi si scioglieranno tra meno di un mese: il 17 giugno il popolo greco tornerà alle urne dopo il nulla di fatto dello scorso 6 maggio.
A Bruxelles si è concluso il vertice del Consiglio europeo, un vertice informale ma con due temi decisivi sul tavolo: la Grecia e gli strumenti di crescita come EuroBond, Project Bond e la Golden Rule, ovvero l’ipotesi di scorporare dal calcolo del deficit le spese destinate agli investimenti produttivi. E’ andato in scena lo scontro di visioni tra Francois Hollande e Angela Merkel, ormai orfana del suo compagno di vedute Nicolas Sarkozy e sostanzialmente rimasta da sola a fronteggiare l’idea che serva spendere per ricominciare a crescere. Nicolas Sarkozy aveva sempre docilmente avallato le scelte della cancelliera. A dicembre l’aveva spalleggiata anche nella scelta di imporre il ‘fiscal compact’. Fino al punto di evocare scenari di guerra quando, prima del summit di dicembre in cui David Cameron lo rifiutò con uno storico strappo, fece capire che avrebbe sostenuto le richieste di rigore durante il congresso del Ppe nella ‘sua’ Marsiglia.
Ancora una volta, insomma, è andato in scena a Bruxelles un nulla di fatto, almeno per ora: nel senso che non si sono prese decisioni ma almeno si va profilando un’asse Italia-Francia che punta proprio alla creazione di nuovi strumenti, come gli EuroBond appunto, che possano far ripartire la macchina Europa. Strumenti che, invece, per la Merkel non sono altro che un mezzo per gli europei per “continuare a fare gli spendaccioni”.
In questo primo vertice del neoeletto presidente francese Francois Hollande è saltato anche il tradizionale bilaterale franco-tedesco. Niente faccia a faccia tra il socialista e la cristiano-democratica Angela. ”Si sono già visti a Berlino”, ha ricordato un diplomatico francese.
Nella tarda serata e poco prima che il vertice terminasse, è intanto emersa una bozza sulla situazione greca in cui i 27 leader esprimono apprezzamento per gli “sforzi significativi fatti dai greci”, “attesa per la pronta formazione di un nuovo governo che si appropri del programma di aggiustamento” con “una maggioranza parlamentare per attuarlo con determinazione”. Nella bozza, si parla anche di “impegno a salvaguardare la stabilità finanziaria dell’Eurozona e la sua integrità”, ma non di disponibilità esplicita a fare di tutto per tenere la Grecia nell’euro.
Finora le istituzioni europee avevano sempre parlato di “fare di tutto per mantenere la Grecia nell’Eurozona”. Il riferimento alla “stabilità finanziaria” – in quelle che vengono definite “linee di comunicazione” del vertice – dà il senso di una preoccupazione volta maggiormente ad evitare il contagio. Fonti diplomatiche spiegano che la comunicazione tende a “far capire agli elettori greci” che non c’è possibilità di ridiscutere il piano concordato per gli aiuti e che quindi “i partiti che lo promettono non possono pensare di tenere la Grecia nell’Euro e ridiscutere il patto”.
Intanto, di fronte a questo ennesimo immobilismo i mercati nella giornata del 23 maggio hanno lanciato il proprio segnale. Piazza Affari a fine giornata si conferma il listino peggiore d’Europa, ma il resto del Vecchio Continente non sta meglio. Francoforte scende a -2,23%, Parigi a – 2,52%, Londra a -2,24%, Madrid a -2,71%, Lisbona a -2,95%, Zurigo a -1,13%. Il titolo peggiore sul listino è Banca Popolare Emilia Romagna (-7%), male anche Mps (-6,82%), Bpm (-6,7%), Pirelli (-6,3%). Nuovo record negativo per l’euro, che viene scambiato sul dollaro a 1,2577: mai così male da agosto 2010. Il differenziale di rendimento tra i Btp decennali e i Bund tedeschi è salito a quota 430 punti (433), per poi chiudere a 428,3 punti base con il rendimento dei Btp a 10 anni al 5,67%. Complessivamente le borse europee hanno bruciato nella giornata di mercoledì quasi 140 miliardi di capitalizzazione. L’indice EuroStoxx 600 ha perso infatti oggi il 2,14% pari a 138,8 miliardi di euro. Solo a Piazza Affari i miliardi andati in fumo sono 11,7 corrispondenti a una perdita del Ftse All-Share pari al 3,6 per cento.