Carla Bruni, regina senza corona, ha più successo in Francia delle “colleghe” Medici e Maria Antonietta. Per ora

Pubblicato il 11 Ottobre 2010 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

Carla Bruni con Nicolas Sarkozy

A volte, la storia ci sembra disegnata da una mano sapiente, attenta alle più strane fatalità. Le più assurde coincidenze sono là, davanti ai nostri occhi, quasi a dimostrare che dietro gli avvenimenti ci sia uno sceneggiatore nascosto. Robespierre, prima di diventare il giacobino dei libri di storia, fu uno studente modello. Tra centinaia di allievi parigini, nel 1775 fu proprio lui ad essere scelto per pronunciare l’elogio del re appena incoronato. Il ragazzo, poco più che bambino, che tesseva le lodi del Re di Francia sarebbe diventato uno dei suoi più implacabili nemici. Quale scrittore avrebbe mai avuto il coraggio di scrivere una trama così poco verosimile?

Può anche succedere che le scene della storia lascino ai suoi lettori una sensazione di déjà vu. Quasi due secoli fa, lo diceva Karl Marx, «la storia si ripete sempre due volte, la prima volta in tragedia, la seconda volta in farsa».

La vicenda di Carla Bruni, novella “regina” straniera ci dimostra ancora la giocosa ripetitività degli avvenimenti. La Bruni, moglie di Nicolas Sarkozy, “re” (elettivo) di Francia, è difatti l’ultimo prodotto di un filone sotterraneo della storia. Osservandola, come non ricordare le donne straniere che hanno accompagnato i capi di stato francesi? Vengono spontaneamente alle labbra i nomi dell’intrigante Maria dei Medici, della spagnola Bianca di Castiglia, e dell’austriaca Maria Antonietta e della più esacrata di tutte, sempre un’italiana, Caterina de’ Medici.

A differenza di Maria Antonietta, Caterina e Maria dei Medici – tree regine straniere che sono state molto invise ai francesi – Carla Bruni è riuscita a conquistarsi l’opinione pubblica. D’altronde la “première dame” non ha mai risparmiato le sue energie nell’“operazione seduzione” lanciata dall’indomani del suo fidanzamento con Sarkozy per conquistare i cittadini d’oltralpe. Il più recente episodio di questa personale caccia al consenso, è stata la trasmissione di un’emissione dedicata alla vita quotidiana di Carla all’Eliseo sul canale pubblico France 3. Discutendo dell’eleganza del palazzo, la Bruni ha pronunciato una frase memorabile, un mix di modestia, compiacenza e civetteria: «Io sono semplicemente la ciliegina sulla torta. Cerco di essere una bella ciliegina».

Grazie alla sua forza seduttrice, la Bruni gode di una popolarità maggiore rispetto a Sarkozy. Un bel successo, vista la diffidenza storicamente riservata alle regine straniere in Francia.

Maria Antonietta, che non era un’anima bella ma nemmeno un mostro sanguinario, venne sempre chiamata con disprezzo “l’Austriaca” e, dopo il 1789, la propaganda rivoluzionaria le attribuì atrocità come rapporti incestuosi col figlio, come pure frasi mai pronunciate, rivelatrici di una crudele insensibilità («Non hanno pane? Che mangino brioche!»). A Maria dei Medici, moglie di Enrico IV, italiana e fiorentina, non era andata meglio. Durante la sua reggenza, era stata ripetutamente accusata di voler “italianizzare” la corte di Parigi, e dovette passare vent’anni a difendersi dalla fronde nobiliari, e finire la sua vita in esilio in Belgio, Inghilterra e Germania.

Caterina, poi, ha legato il suo nome a due fatti di quelli che lasciano il segno: la strage di San Bartolomeo, l’assassinio in una sola notte di migliaia di protestanti ugonotti, con una scia di rancore politico giunto fino ai nostri giorni nei discendenti di quei martiri, in prevalenza nobili (era ugonotto anche il futuro re Enrico IV, quello del Parigi val bene una messa) e di classe alta; l’altro episodio è uno di buon gusto e costituisce un tipico caso di gelosia femminile: il marito di Caterina, Enrico II, aveva per amante una delle donne più belle della storia, Diana di Poitiers, più grande di lui di vent’anni, splendida anche alla soglia dei sessanta. Appena Enrico morì, Caterina sfrattò Diana dal castello di Chenonceau, nella zona della Loira, costruito per lei dal regale amante, e ci si installò. Cose non da regine, o forse meglio dire: anche le regine sono esseri umani, inutile creare miti e illusioni.

Forse proprio per il ruolo attivo e il peso da lei avuti nella storia di Francia (é stata anche madre di tre re e di due regine) Caterina ha suscitato anche invidie e odi oltre misura e generato ogni tipo di maldicenze. Ancor oggi chi visita il suo studiolo nel castello di Blois si sente dire che nei tanti cassettini celati nella boiserie la regina teneva i veleni, rigorosamente importati dall’Italia.

Carla Bruni ha fatto meglio, ha vinto, almeno per ora, la sua sfida e passerà alla storia come una delle première dame più apprezzate di Francia, e senz’altro come una delle donne straniere più amate di questi anni. Sempre che, anche lei non esageri col favoritismo dei suoi amici, anche se la sua corte è più cosmopolita di quelle delle regine italiane, anche perché la Bruni ha vissuto vari lustri in Francia.

A contenderle la palma di regina straniera più amata potrebbe intervenire solo Bianca di Castiglia, moglie di Luigi VIII. Ma quello era il Medio Evo, e lei era la madre di un re, Luigi IX di Francia, che sarebbe divenuto Santo della Chiesa Cattolica. Altri tempi, un’altra storia.