Carlo d’Inghilterra sarà il “re ombra” entro il 2021. Il piano di Buckingham Palace

Carlo d'Inghilterra
Carlo d’Inghilterra sarà il “re ombra” entro il 2021. Il piano di Buckingham Palace (foto Ansa)

ROMA – Carlo d’Inghilterra, erede al trono britannico, entro il 2021 acquisirà pieni poteri di re: la notizia è nel nuovo libro “Charles At Seventy: Thoughts, Hopes And Dreams” di Robert Jobson, giornalista di affari reali per il Daily Mail.

Secondo il reporter la regina avrebbe intenzione di ritirarsi a vita privata a 95 anni e starebbe pensando di utilizzare il Regency Act una legge del 1728 emendata nel 1953 che prevede che in caso di malattia o impedimento del sovrano venga nominato un reggente che ne assuma i poteri. Per diventare re a tutti gli effetti, Carlo dovrà aspettare il decesso di Elisabetta II e sarà il primo a essere informato.

Il segretario privato della regina, Sir Edward Young, farà una telefonata attraverso una linea segreta collegata direttamente al numero 10 di Downing Street, e dovrà pronunciare una frase in codice: “London Bridge is down”, il ponte di Londra è caduto. La prima cosa da fare sarà informare i governi degli altri paesi della morte della regina, compito di cui si occuperà il ministero degli Esteri. In un primo momento saranno solo 15 paesi a ricevere la notizia, poi si procederà avvisando gli altri 36 stati del Commonwealth. Dopo le comunicazioni ufficiali, verrà rilasciata un’agenzia alla Press Association e i media potranno dare la notizia al pubblico. Ma lo scenario più probabile, data la robusta salute della regina, è un periodo di reggenza. In molti ritengono che Elisabetta II concederà a Carlo i pieni poteri mentre lei è ancora in vita per il rispetto che nutre nei confronti della monarchia. L’abdicazione non è presa in considerazione dalla monarca e un assistente con Jobson ha ammesso la possibile “rispolverata” al Regency Act. Attualmente Carlo è il “re ombra”, è lui e non la regina a svolgere la maggior parte dei compiti istituzionali: lavora 14 ore al giorno e adempie a circa 600 impegni l’anno, in patria e all’estero. Elisabetta II trascorre molto tempo con il nipote William che a giugno si è recato in Israele e in Cisgiordania per una visita storica ma ciò non significa che intende lasciare da parte l’erede al trono. Con il figlio Carlo si incontra regolarmente in privato e discutono di questioni di stato.

Sono incontri in cui non è presente nessuno e insieme esaminano l’andamento del paese e, sembra, anche questioni legate alla successione. L’ultima volta che il Regency Act è stato utilizzato, è stato nel 1810 durante il regno di Giorgio III: il re ebbe un crollo psichico e il figlio maggiore, Giorgio Augusto Federico, principe di Galles, assunse la reggenza fin quando alla morte del padre diventò re Giorgio IV. La regina gode di ottima salute psicofisica e la situazione sarebbe ben diversa ma tuttavia nei ultimi mesi sono stati fatti in tal senso dei preparativi con il suo benestare. E sembra risolto anche il “problema Camilla”: Elisabetta II, in occasione del 90° compleanno, ha nominato la nuora membro del più alto organo consultivo, il Privy Council, tracciando dunque la strada per quando Carlo salirà al trono: Camilla diventerà in automatico “regina consorte”.

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