Crimea ancora contesa… sulle mappe. Wikipedia nei guai

Crimea ancora contesa... sulle mappe. Wikipedia nei guai
La pagina italiana di Wikipedia sulla Crimea

NEW YORK – Crimea ancora contesa. Non più nella realtà ma sulle cartine. A far litigare, anche sul web, Russia e Ucraina, sono state le nuove mappe di Wikipedia. Sulla pagina italiana dell’enciclopedia online la penisola viene definita come “Repubblica autoproclamatasi indipendente dall’11 marzo 2014, in via di annessione alla Russia”. 

Ma la cosa non è piaciuta a Kiev. “Perché colorare di verde la Crimea? Non è riconosciuta come russa da nessuno se non dalla Russia”, ha commentato una voce nel foro di discussione collegato alla mappa russa sull’enciclopedia libera.

La posizione degli editori Wikipedia non è, d’altronde, quella di Washington, sintetizzata da un portavoce del Dipartimento di Stato in questi termini:

“Respingiamo il tentativo della Russia di annettere la Crimea, di conseguenza non abbiamo intenzione di fare alcun cambiamento sulle carte geografiche del governo americano”.

La Crimea è apparsa come ucraina anche in una foto affissa sullo sfondo di un briefing del portavoce Onu Stephan Dujarric che parlava in collegamento da Mosca: rispondendo alle domande dei giornalisti, Dujarric ha escluso che la rappresentazione grafica avesse connotazioni politiche. “Qualsiasi sfondo c’è dietro di me”, ha detto Dujarric che del resto non poteva vederlo, “è puramente decorativo e non politico”.

Mercoledì il National Geographic aveva al contrario rotto gli argini correggendo le sue cartine a beneficio di Mosca: “Noi rappresentiamo le situazioni di fatto, in altre parole, mappiamo il mondo così come è, non come la gente vorrebbe che fosse”, ha spiegato Juan José Valdes, responsabile delle mappe per la rivista che dipende dall’Istituto geografico americano e che poi, di lì a poco, ha corretto la rotta riconoscendo alla Crimea lo status di zona contestata: la penisola è stata colorata di grigio come “area dallo status speciale” con una didascalia che spiega la ragione del cambiamento. La disputa sulle mappe riflette un problema che ha sempre afflitto i cartografi.

Quando confini sono contestati cosa succede alla carta geografica? Chi ha l’ultima parola sulle modifiche delle frontiere? Secondo il Washington Post “nell’epoca di Wikipedia e Twitter, la giurisdizione definitiva (o quasi) non è più soltanto nelle mani di politici e diplomatici ma è passata al crowdsourcing delle masse”: la vox populi della rete.

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