ROMA – “Gli Stati Uniti facciano chiarezza sul Datagate cooperino per trovare una soluzione affinché questi episodi non accadano più”. L’Europa non cerca “antagonismo” con gli Usa, ma dopo le rivelazioni delle intercettazioni di Angela Merkel, del governo italiano e della Francia l’intera Ue vuole spiegazioni. Secondo l’archivio di Edward Snowden, la “talpa” del Datagate, sono 35 i leader politici e militari spiati dalla National Security Agency, Nsa.
Il Consiglio europeo del 24 ottobre ha visto la Merkel, Hollande e Letta discutere della questione Datagate e intercettazioni, e intervistato dai giornalisti spiega che sul Datagate l’Europa vuole “chiarezza e verità”, annunciando che su iniziativa franco tedesca, “alla quale ci siamo uniti”, è stata presa una posizione “comune e unitaria” di richiesta di chiarimenti a Washington.
Dopo le dichiarazioni sul monitoraggio del cellulare della cancelliera tedesca Merkel, la Casa Bianca ha negato ogni intercettazione: “Non stanno monitorando e non monitoreranno le sue comunicazioni”. Dichiarazioni che non sono bastate a rassicurare Berlino, né tantomeno il governo francese e italiano, che ugualmente sarebbero finiti nel mirino della Nsa. Per Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo, i servizi segreti americani sono ormai “fuori controllo” e il suo appello all’ambasciatore Usa in Ue per chiarimenti non ha ricevuto risposta.
Intanto il Washington Post scrive che gli Stati Uniti stanno allertando alcuni servizi segreti stranieri che nell’archivio di Edward Snowden ci sono “documenti sulla loro cooperazione” con gli Usa. In alcuni memo “ci sono dettagli di operazioni contro Iran, Russia e Cina” che alcuni settori dei governi partner “potrebbero non conoscere”.
In un caso, affermano funzionari Usa al Washington Post, i file contengono informazioni su una operazione di un Paese Nato contro la Russia che fornisce intelligence all’Esercito e alla Marina americana: “Se i russi lo vengono a sapere non sarebbe difficile per loro prendere le misure appropriate per porre fine” all’operazione, afferma una fonte.
“La procedura per avvisare capitale dopo capitale i funzionari (alleati, ndr) è delicata”, scrive il Washington Post: “In alcuni casi alcuni settori dei governi cooperanti potrebbero essere a conoscenza di questa collaborazione, mentre altri – come i ministeri degli Esteri – potrebbero non esserlo”.
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