ROMA – La Francia ha convocato l’ambasciatrice italiana Teresa Castaldo dopo le parole di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sul “franco coloniale” (il CFA) usato in quattordici Paesi africani.
“Queste dichiarazioni – dicono fonti diplomatiche francesi citate dall’agenzia Ansa – da parte di un’alta autorità italiana sono ostili e senza motivo visto il partenariato della Francia e l’Italia in seno all’Unione europea. Vanno lette in un cotesto di politica interna italiana”.
L’ambasciatrice Teresa Castaldo, è stata convocata dal direttore di gabinetto della ministra per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. “Il direttore di gabinetto della ministra incaricata per gli affari europei, Nathalie Loiseau, ha convocato l’ambasciatrice d’Italia in seguito alle parole inaccettabili e senza motivo pronunciate ieri dalle autorità italiane”.
Le parole di Di Maio e Di Battista.
Parlando della crisi dei migranti durante un comizio ad Avezzano, Luigi Di Maio aveva duramente attaccato la Francia:”Ci sono decine di stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella moneta si finanzia il debito pubblico francese. Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i paesi africani”.
“Se vogliamo fermare le partenze cominciamo ad affrontare questo tema e cominciamo a farlo anche all’Onu, non solo in sede di Unione Europea – aveva spiegato il vicepremier Luigi Di Maio -. L’Italia si deve far sentire: nelle prossime settimane ci sarà una iniziativa parlamentare del M5S che impegnerà sia il Governo italiano sia le istituzioni europee, sia tutte le istituzioni diplomatiche sovranazionali, a iniziare a sanzionare quei paesi che non decolonizzano l’Africa, perché quello che sta succedendo nel Mediterraneo è frutto delle azioni di alcuni paesi che poi ci fanno pure la morale”.
Intervistato da Fabio Fazio, Di Battista ha ribadito le parole di Di Maio “Attualmente la Francia nei pressi di Lione, stampa la moneta utilizzata in 14 paesi africani, quasi tutti paesi della zona subsahariana. I quali non soltanto utilizzano una moneta stampata dalla Francia, ma per mantenere il tasso fisso, prima con il Franco francese e oggi con l’Euro, sono costretti a versare circa il 50% dei loro denari in un conto corrente gestito dal Tesoro francese. Conto corrente con il quale viene finanziata una piccola parte del debito pubblico francese, ovvero circa lo 0,5%”.
Ma cose’è il CFA? Il franco della “Communauté Financière Africaine” (“Comunità finanziaria africana”) fu introdotto nel 1945 nelle colonie francesi dell’Africa occidentale e oggi è una moneta usata da quattordici paesi dell’Africa occidentale e centrale (Camerun, Ciad, Gabon, Guinea Equatoriale, Rep. Centrafricana, Rep. del Congo, Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo). La moneta è gestita dalla Banca centrale francese con un cambio fisso stabilito con l’euro.
Alla fine del 2017 il presidente francese Emmanuel Macron annunciò la sua intenzione di riformare il franco CFA e disse che sarebbe stato favorevole alla sua soppressione: “Se alcuni paesi non sono felici con il Fca – disse Macron – basta lasciarlo e crearsi la propria moneta”. Da allora però nessun paese membro della Comunità Finanziaria Africana ha presentato alcuna richiesta per uscire dall’area.