BERLINO, 5 GEN ā Ormai eā un braccio di ferro, fra la Bild e il presidente tedesco Christian Wulff. E lāincalzante botta e risposta fra il colosso di Axel Springer e il capo dello Stato sulla famosa ātelefonataā di pressione, oggi ha ammutolito pure la cancelliera. Non si risparmiano i colpi, in questa sfida: il tabloid ha chiesto pubblicamente il consenso del presidente per rendere pubblici i contenuti del messaggio affidato alla mailbox del caporedattore Kai Diekmann. E lāinquilino del castello di Bellevue ha risposto platealmente un secco no.
Alimentando le polemiche di chi oggi ritiene demolita la sua credibilitaā. Secondo il tabloid non regge, infatti, la ricostruzione che Wulff ha proposto ieri in unāintervista alle emittenti Zdf e Ard concessa proprio per rispondere alle accuse che gli piovono addosso da due fronti: prima, da presidente della Bassa Sassonia, ha omesso di aver ricevuto un prestito di 500 mila euro da un imprenditore amico a tassi agevolati. E il 12 dicembre ha tentato di bloccare lāarticolo della Bild.
Nel chiarire queste circostanze, Wulff ha sostenuto di aver tentato di ottenere soltanto il rinvio della pubblicazione dellāarticolo di un giorno, nella telefonata a Diekmann, per evitare che il caso scoppiasse mentre si trovava in Kuwait.
Ma il giornale ha contraddetto questa versione: āLāobiettivo di quellāintervento era chiarissimo ā secondo il direttore Nikolaus Blome, che cosiā ha aperto la giornata in una intervista radiofonica ā voleva impedire che le informazioni fossero pubblicateā.
Di qui gli sviluppi di una mattinata tesissima a Bellevue. Per chiarire le reali intenzioni del presidente, la Bild ha inviato una lettera aperta chiedendo di poter pubblicare la telefonata,ānon vorremmo farlo senza il suo consensoā. La risposta del presidente eā arrivata qualche ora dopo: āLe parole dette in una situazione emotiva particolare erano rivolte a lei soltantoā, ha scritto il Capo dello stato a Dieckmann.
āMi sono scusato personalmente. Lei ha accettato queste scuse e gliene sono grato. La cosa eā risolta fra di noi. E cosiā dovrebbe restareā. In pochi minuti il rammarico della redazione della Bild per una decisione del presidente che non va nella direzione della ātrasparenza promessaā.
Se gli occhi sono rimasti puntati su questo eclatante carteggio per tutta la giornata, non eā sfuggito certo, a Berlino, il silenzio di Angela Merkel, comparsa in pubblico soltanto per cantare assieme agli āStern Singerā in coro un āgloria in excelsis deoā.
Eā stata lāopposizione a invocare lāintervento della cancelliera: i socialdemocratici le hanno chiesto di convincere Wulff dellāopportunitaā di concedere la pubblicazione. Mentre la Linke ha attaccato senza mezzi termini il presidente che ha āportato la sua credibilitaā a livello zeroā.
La cancelliera peroā ha preferito tacere. Il āproblemaā dellāaffaire Wulff resta comunque suo, come fa notare Spiegel on line, che pone la domanda nel cuore di tutti: āChi ha ragione, Bild o il presidente?ā.