Elezioni Belgio, l’avanzata dei separatisti fiamminghi: cresce il peso dei partiti regionali e locali in tutta Europa

Il leader dei separatisti fiamminghi De Wever

I socialisti hanno otttenuto la maggioranza relativa dei seggi nelle elezioni in Belgio, ma i veri vincitori della tornata elettorale sono stati i separatisti fiamminghi, rappresentati dal partito N-Va (Nieuw Vlaamse Alliantie, ovvero Nuova Alleanza Fiamminga). Il risultato ha riportato in primo piano, nell’Europa-Quasi-Stato del ventunesimo secolo,  l’avanzata dei movimenti regionali e locali nel Vecchio Continente.

Il Belgio, come era la Cecoslovacchia prima della divisione, è infatti uno Stato “costruito” da due aree, quella francofona e quella fiamminga, che hanno percorsi storici, culturali, linguistici ed economici differenti. La regione fiamminga, da sempre più “ricca” e produttiva, non ha mai visto di buon occhio la “sottomissione” (avvenuta nell’Ottocento) al regno francofono. Ora i socialisti, per formare una maggioranza di governo, saranno costretti ad allearsi con i fiamminghi e dovranno probabilmente cedere ad alcune richieste del partito scissionista.

Il successo degli scissionisti rappresenta una vittoria emblematica per l’Europa. Non fa eccezione l’Italia, dove la Lega Nord (sopo il successo nelle politiche del 2008 e soprattutto nelle regionali del 2010) è ormai in grado di dettare l’agenda politica del Paese e ha fatto diventare priorità del governo il suo vecchio “pallino” del federalismo. Non si parla di scisssione, forse perché gli scissionisti non hanno abbastanza voti per deliberarla e non vogliono imboccare la strada della potenzialmente sanguinosa secessione, forse perchéanche gli scissionisti belgi si rendono conto che uno staterello fiammingo nel nord dell’Europa non avrebbe molta strada davanti. Le priorità del partito N-Va sono limitate ma precise Riforma dello Stato, risanamento delle finanze pubbliche. Con sano realismo, il capo dello N-Va ha detto: ” Nessuno ha l’interesse di vivere in un Paese bloccato,  tendiamo una mano ai francofoni”.

In Belgio, il partito socialista ha conquistato in totale 39 seggi, gli scissionisti dell’N-va invece ne hanno ottenuti 27 e soprattutto hanno conquistato la maggioranza in 6 regioni fiamminghe. I liberali fiammighi Open Vld hanno ottenuto 13 seggi, quelli francofoni Mr invece 18. I cristiano-democratici fiamminghi Cd&V si sono accapparrati 17 seggi, quelli francofoni 10. Gli ecologisti francofoni hanno ottenuti 8 seggi, mentre quelli fiamminghi Groen ne hanno vinti 5. La destra Vlaams Belang si è fermata a 12 seggi.

Il capo dei separatisti delle Fiandre Bart De Wever è stato entusiasta per il risultato ottenuto: “Abbiamo vinto, i fiamminghi hanno votato per il cambiamento e noi non li deluderemo, lo Stato deve essere riformato. Ma il primo partito del Belgio è diventato quello socialista guidato da Elio Di Rupo, che ha affermato: “Abbiamo ottenuto un successo spettacolare, i socialisti tornano il primo partito”.

Tutti gli altri partiti, dai cristiano-democratici del premier uscente Yves Leterme alla destra xenofoba del Vlaams Belang, sono usciti invece ridimensionati dal voto.

Rispetto a 3 anni fa, l’N-Va ha conquistato 27 seggi alla Camera federale: sono ben 19 in più del 2007. I socialisti possono sommare i 26 seggi ottenuti dal Ps di Di Rupo nella comunità di lingua francese ai 13 confermati nelle Fiandre, per un totale di 39 seggi. In Belgio i partiti sono regionali e nel governo federale sono rappresentanti sia quelli espressione della comunità di lingua francese (Vallonia) sia quelli di lingua fiamminga (Fiandre). Solo nella regione di Bruxelles gli elettori possono scegliere sia gli uni che gli altri.

Alle spalle dei due vincitori, gli altri partiti sono stati tutti sconfitti, tranne gli ecologisti che hanno ottenuto un seggio in più rispetto a 3 anni fa (13 invece di 12). I liberali ne hanno persi 10 scendendo a 31. I cristiano democratici ne hanno lasciati 13 calando a 27. La destra xenofoba del fiammingo Vlaams Belang è calata di un terzo, scendendo da 17 a 12 seggi.

Questo risultato ha confermato le previsioni della vigilia, che indicavano nel socialista Elio Di Rupo il possibile futuro premier. Ma per formare una coalizione, i leader socialisti hanno ammesso che “bisognerà governare con la N-Va. Si tratta di un partito conservatore e nazionalista, ma non di un partito razzista come il Vlaams Belang per il quale sarebbe stato necessario un cordone sanitario”.

Lo scissionista De Wever ha ribadito le priorità del suo partito: “Una riforma dello Stato e del risanamento delle finanze pubbliche. Nessuno ha l’interesse di vivere in un Paese bloccato, per questo tendo una mano ai francofoni”.

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