Elezioni Europee, M5s vuole tagliare stipendi anche a commissari Ue

Elezioni Europee, M5s vuole tagliare stipendi anche a commissari Ue
Elezioni Europee, M5s vuole tagliare stipendi anche a commissari Ue

ROMA – “Abbiamo tagliato i privilegi in Italia. Ora tocca all’Europa, lo tsunami sta arrivando”. Così il vicepremier Luigi Di Maio annuncia su Facebook la nuova battaglia dei 5 Stelle: il taglio degli stipendi ai commissari Ue. E pubblicando una foto con i compensi di Jean Claude Juncker (27.436,90 euro al mese), Valdis Dombrovskis (24.852 euro) e Pierre Moscivici (22.367 euro). Immediata è arrivata la risposta da Bruxelles: “I compensi sono stati decisi democraticamente dai singoli Stati membri”.

Il leader M5s rilancia anche un post sul blog delle Stelle che si intitola “Tagliamo gli stipendi dei Commissari europei: basta privilegi a Bruxelles”. Nel testo gli eurodeputati M5S attaccano i commissari  europei per i loro stipendi definiti “esorbitanti” e “uno schiaffo agli oltre 100 milioni di poveri”. 

L’eurodeputato Ignazio Corrao spiega che il presidente della Commissione Juncker “percepisce il 138% dello stipendio del funzionario con più alto grado della Commissione e cioè 27.436,90 euro al mese”, mentre l’alto rappresentante per la politica estera “Federica Mogherini 25.845,35, i vicepresidenti 24.852,26 euro al mese” e “tutti gli altri Commissari 22.852,26 euro al mese”. 

A queste “esorbitanti cifre – spiega – vanno aggiunte alcune indennità variabili, come l’indennità di residenza, di espatrio e dei figli”. “In totale nel 2019 i contribuenti spenderanno per mantenere il collegio del Commissari una cifra pari a 12.6 milioni di euro – si prosegue nella nota – inoltre, sono stati messi a bilancio anche 682.000 euro previsti per le indennità transitorie, ovvero una sorta di sussidio che i Commissari ricevono alla fine del loro mandato per una durata di due anni”.

Secondo Corrao, “l’Europa da cambiare al più presto concede assurdi privilegi ai politici, mentre ai cittadini impone sacrifici nel nome dei vincoli di bilancio”. 

A rispondere è il portavoce della Commissione Ue che afferma: “Le decisioni sulle remunerazioni dei funzionari, dello staff e di tutto il personale sono prese democraticamente dagli stati membri della Ue”. E preannuncia che nel periodo che precede le elezioni europee “leggeremo molte di queste storie: dobbiamo stare ai fatti e non alle mitologie, le remunerazioni nelle istituzioni sono in linea con quelle dei civil servant negli Stati membri”.

Ma i Cinque Stelle non si arrendono e a stretto giro arriva una nuova nota dei parlamentari grillini a Strasburgo. “Il portavoce della Commissione europea afferma che la retribuzione dei commissari viene decisa da Stati membri e Parlamento. Sbaglia. Il regolamento 2016/300 del Consiglio del 29 febbraio 2016, che definisce il trattamento economico dei titolari delle alte cariche dell’Ue, non è mai stato votato dal Parlamento europeo, ma dal Consiglio come specificato dal primo considerando del regolamento stesso”. 

“Perché – chiedono gli eurodeputati M5s – lo stipendio dei semplici dipendenti delle Istituzioni europee viene deciso e votato dal Parlamento europeo, mentre quello delle alte cariche e cioè dei Commissari no?”. “Gli eletti devono essere coinvolti in queste decisioni. Serve un dibattito pubblico e trasparente sugli stipendi dei Commissari europei. Vanno tagliati”, conclude la nota. 

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