Euro, il piano B della Merkel: accordo “a 17”. Ecco proposte e posizioni

Pubblicato il 8 Dicembre 2011 - 20:36 OLTRE 6 MESI FA

Angela Merkel (foto Lapresse)

BRUXELLES, 8 DIC – ”Non c’è un’altra chance” al vertice di oggi a Bruxelles per salvare l’euro e se l’accordo a 27 non sarà possibile, è pronto il piano B: un patto ristretto solo ai paesi che hanno adottato la moneta unica, ovvero a 17, forse “plus”, aperto cioè ad adesioni volontarie dei 10 che rimarrebbero fuori da un’intesa limitata a Eurolandia. Il messaggio della cancelliera tedesca Angela Merkel in apertura del Consiglio europeo è chiaro. Lei arriva al vertice Ue determinata e annuncia la possibilita’ di un summit a 17 a margine del consiglio.

Dice di non sapere se sarà possibile raggiungere un’intesa a 27. Ma ammonisce che se questo non sarà realizzabile allora i 17 paesi dell’euro si staccheranno dalla riunione a 27 per un incontro ristretto e quindi un’intesa limitata all’Eurogruppo.

Forse solo una provocazione, lanciata al suo arrivo, per mostrare i muscoli, la sua determinazione a chiudere la partita, portando a casa quel patto di bilancio – possibilmente blindato nel trattato – fatto di rigore, sanzioni automatiche, impegni più stringenti. Ma che di certo non apre sotto i migliori auspici i lavori del vertice più difficile e importante della storia dell’euro. Per un lavoro che appare sempre più in salita con i malumori dei possibili esclusi da un intesa a 17, i distinguo di chi vuole un metodo comunitario e i timori di chi guarda ad una modifica dei trattati come una possibile riapertura del vaso di Pandora delle rivendicazioni nazionali, quelle britanniche in prima linea.

Le posizioni tra i 27 paesi dell’Unione europea sono molto distanti, e si profila una battaglia che vede Germania e Francia da una parte, per difendere gli interessi dell’euro, e Gran Bretagna dall’altra, per difendere gli interessi della sterlina. Il vertice Ue piu’ importante per la salvezza dell’euro parte quindi e già si annuncia come una maratona che forse durera’ piu’ del previsto e inserira’ in corner anche un incontro a 17, cioe’ solo tra Paesi dell’Eurozona.

Di seguito le proposte sul tavolo e le posizioni in campo.

– UNIONE DI BILANCIO. Merkel e Sarkozy hanno proposto di creare una maggiore convergenza di bilancio, con sanzioni e regole più stringenti per chi sfora i parametri, e sono disposti, per fare più in fretta, a costruirla anche con un patto tra i 17 Paesi euro, che quindi escluda tutti gli altri. Anche il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker appoggia il nuovo Patto, che sarebbe il modo più rapido per rispondere a quanto chiede Mario Draghi (che vuole un’unione di bilancio il prima possibile). Contrari il presidente della Commissione Ue José Barroso e quello della Ue Herman Van Rompuy, che non vogliono un’Europa a due velocità. Italia aperta, ma preferisce una soluzione più inclusiva.

– RIFORMA DEL TRATTATO. Per rafforzare la governance dell’Euro si puo’ procedere anche con un metodo meno radicale di un nuovo patto, e quindi più accettabile, che passa per la modifica del Trattato di Lisbona. Si può modificare usando la legislazione secondaria, quindi senza chiedere permesso a nessuno ma facendo limitatissime modifiche, oppure, se si vuole riscrivere le norme sulla governance in modo più profondo, si deve chiedere il consenso di tutti i 27. E la Gran Bretagna non vuole cedere, se non chiedendo in cambio a Bruxelles di riavere mano libera sui mercati finanziari, oggi regolamentati pesantemente dalla Commissione. Anche la Svezia si oppone alla riforma dei Trattati, perche’ la ritiene una soluzione insufficiente per ridare credibilita’ all’euro. –

– FONDO SALVA-STATI. Si discute se aumentare la dotazione del fondo permanente Esm, che entrera’ in vigore nel 2013 quando l’Efsf andra’ in pensione. Van Rompuy propone di sommare cio’ che resta dell’Efsf (circa 250 miliardi di euro) all’Esm che avra’ una dotazione di 400 miliardi di euro. Ma la Germania si oppone perche’ non vuole discutere aumenti di fondi in nessun modo.

– FMI e BCE. Incognita su come entreranno nella partita. Draghi ha scartato l’ipotesi che la Bce presti soldi all’Fmi che poi li renda disponibili per i Paesi dell’Euro, perché sarebbe contro lo spirito dei trattati. La guida dell’Fmi, Christine Lagarde, ha assicurato che l’Fmi farà la sua parte. Un’altra ipotesi in campo èche tutte le banche centrali Ue prestino soldi (possono arrivare a 200 miliardi) al Fmi che ora ha solo 300 miliardi di euro.